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    Lesbo, il report di Intersos e altre 45 ong a un anno dall’incendio a Moria

    CREDIT TO: MARTINA MARTELLONI/INTERSOS
    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 9 Set. 2021 alle 17:47 Aggiornato il 9 Set. 2021 alle 17:51

    A un anno dall’incendio che, nella notte tra l’8 e il 9 settembre 2020, devastò il campo di Moria, sull’isola di Lesbo, INTERSOS, insieme a 45 ONG e gruppi della società civile, ha pubblicato oggi un rapporto che esorta l’Unione europea e il governo greco ad abbandonare i piani avviati per limitare drasticamente il movimento dei rifugiati campi in Grecia. Con il supporto finanziario e tecnico della Commissione Europea, le autorità greche stanno, infatti, costruendo nuove strutture e promuovendo una nuova legislazione che mira a limitare ulteriormente la libertà di movimento dei residenti del campo e l’accesso per ONG, giornalisti e altri soggetti con ruoli critici di erogazione e monitoraggio degli aiuti.

    All’indomani dell’incendio di Moria, le autorità Greche ed Europee avevano promesso che le condizioni di accoglienza sarebbero migliorate. Il commissario UE per gli affari interni Ylva Johansson ha dichiarato che non ci sarebbe mai più stato un altro “Moria”.

    Eppure, a pochi mesi dall’incendio del settembre 2020, i funzionari greci e dell’UE hanno concordato la costruzione di Centri Polivalenti di Accoglienza e Identificazione (MPRIC) su cinque isole dell’Egeo. Con il sostegno finanziario e tecnico della Commissione Europea, le autorità greche stanno costruendo recinzioni e muri di cemento intorno a decine di campi esistenti in luoghi remoti sulle isole dell’Egeo rendendoli in tal modo dei campi chiusi, e introducendo una legislazione per limitare ulteriormente la libertà di movimento e di accesso ai campi.

    Il rapporto i rischi di questo approccio, sottolineando come le nuove strutture “impediranno un’efficace identificazione e protezione delle persone vulnerabili; limiteranno l’accesso a servizi e assistenza ai richiedenti asilo; ostacoleranno il monitoraggio indipendente delle condizioni all’interno strutture; aggraveranno gli effetti dannosi sulla salute mentale delle persone. Inoltre, queste politiche precluderanno l’integrazione degli sfollati nella comunità, a danno loro e della stessa Grecia+Video”.

    *VIDEO CREDIT TO: MARTINA MARTELLONI/INTERSOS

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