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    L’assedio di Homs

    Le forze di Assad, aiutate dalle milizie di Hezbollah, stanno attaccando la città di Homs, considerata la roccaforte dei ribelli

    Di Gualtiero Sanfilippo
    Pubblicato il 1 Lug. 2013 alle 12:19 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:47

    Un altro decisivo attacco da parte del regime di Bashar al-Assad. L’aviazione ha bombardato la città vecchia di Homs, definita “la Città della Rivoluzione”, cercando di distruggere le roccaforti dei ribelli.

    Un tempo polo industriale del Paese, Homs è da un anno la principale base degli insorti. “Siamo stati attaccati con più di 200 missili – afferma un ribelle al Telegraph – stanno distruggendo tutto.”.

    L’obiettivo dell’attacco era quello di “purificare quei quartieri di Homs che sono nelle mani degli insorti, come Khaldiyeh, Hamidiyeh e la Città Vecchia”. L’opposizione ha ammesso che le loro linee di rifornimento sono state tagliate dopo la caduta di Qusair ed è improbabile che possano resistere a lungo.

    La tattica utilizzata per l’assedio della città di Homs è pressoché identica a quella utilizzata per conquistare Qusair, ovvero con un contrattacco congiunto tra forze lealiste e milizie di Hezbollah.

    L’agenzia ufficiale Sana non ha fatto riferimento all’uso dell’aviazione né dell’artiglieria su Homs ma si è limitata ad affermare che “il valoroso esercito siriano ha fatto numerosi passi avanti, eliminando e arrestando dei terroristi, garantendo la sicurezza e la stabilità a Khaldiyeh”.

    Conquistare la città di Homs equivarrebbe a una vittoria decisiva nella guerra. Con la sua presa il regime potrebbe contare su un luogo strategico collegato con tutte le vie principali della nazione.

    Un attacco feroce che è stato condannato da William Hague, ministro degli Esteri britannico: “Invoco il regime di Assad a cessare questo brutale attacco e a consentire l’accesso degli aiuti umanitari nel Paese”.

    L’offensiva è stata paragonata per la sua brutalità al bombardamento del distretto di Baba Amr a Homs nel febbraio del 2012, mossa militare che causò la morte di centinaia di civili nonché la distruzione dell’intera zona.

    Negli ultimi giorni la moschea Khaled Ben Walid, famosa perché casa dell’antica tomba dell’omonimo compagno del profeta Maometto, è stata pesantemente danneggiata dai bombardamenti.

    “Se il governo vuole pagare il prezzo di subire perdite significative per conquistare Homs, allora la vittoria militare è certa, così come avvenne a Qusair”, ha detto Peter Harling dell’International Crisis Group.

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