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    Siria, Israele ammette di aver attaccato l’aeroporto di Damasco

    Immagine di repertorio

    Il premier ha affermato che il raid era diretto contro un "depositi di armi" iraniane

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 14 Gen. 2019 alle 13:25 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:07

    Il 13 gennaio 2019 il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato che il raid che ha colpito l’aeroporto di Damasco, in Siria, nel fine settimana è stato condotto dall’esercito di Israele: si tratta di un raro riconoscimento delle operazioni militari delle IDF in territorio siriano.

    Il premier ha affermato che il raid era diretto contro un “depositi di armi” iraniane nascoste all’interno dell’aeroporto internazionale della capitale siriana.

    “Trentasei ore fa la nostra aviazione ha colpito depositi iraniani di armi. Abbiamo ancora una volta dimostrato che non smetteremo di espellere l’Iran dalla Siria”: con queste parole Benjamin Netanyahu ha informato il Consiglio dei ministri delle ultime attività delle IDF, riconoscendo la paternità dell’ultimo raid condotto in territorio siriano dall’aviazione israeliana.

    La Siria e i suoi alleati hanno più volte accusato il governo di Israele di aver condotto attacchi aerei contro il territorio siriano per colpire i militanti di Hezbollah, le milizie libanesi supportate dall’Iran, ma Netanyahu ha sempre negato le accuse. Anzi, il premier ha più volte affermato che non era sua intenzione prendere parte al conflitto siriano.

    Le parole del primo ministro sono però smentite in alcune ultime interviste dal generale Gadi Eisenkot, che ha dichiarato che l’esercito israeliano ha preso di mira i depositi di armi contrabbandate dall’Iran in Libano passando per la Siria.

    Netanyahu ha aggiunto che i recenti raid provano che Israele “è impegnata più che mai ad agire contro l’Iran in Siria”. L’ultimo attacco riportato dai media di Stato risaliva al 25 dicembre, quando un attacco missilistico ferì tre soldati siriani.

    Intanto, l’esercito israeliano ha comunicato di avere individuato il sesto tunnel scavato dai guerriglieri di Hezbollah al confine con il Libano: il confine tra i due paesi è controllato dalla missione Unifil, al momento sotto il comando italiano.

    A fine dicembre, Israele aveva lanciato l’operazione “Scudo settentrionale” con l’obiettivo di rintracciare e distruggere la rete di tunnel scavati da Hezbollah.

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