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    Il pianista del campo profughi

    Ha 26 anni e suona il pianoforte in mezzo alle macerie di un campo profughi palestinese in Siria, dove vivono 18mila persone

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 13 Ago. 2014 alle 08:43 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:44

    Ayham al-Ahmed ha 26 anni e una passione per la musica: gli piacciono Haydn e il jazz arabo. Suona il pianoforte e la fisarmonica. Suo padre Ahmed, che ha 62 anni, è un violinista cieco.

    Da un po’ di tempo Ayham trasporta il suo vecchio pianoforte rovinato in mezzo alle strade di un campo profughi palestinese in Siria, a Yarmouk, dove vivono 18mila persone che fanno la fame.

    Lì suona il piano per gli altri profughi, circondato dalle rovine. GUARDA IL VIDEO

    Si ispira al film “Il pianista” del 2002, che racconta la storia di Wladyslaw Szpilman, un pianista polacco durante l’occupazione nazista di Varsavia.

    Procurarsi cibo e acqua a Yarmouk era già difficile in passato, racconta Ayham, ma oggi è diventato quasi impossibile.

    Circa 150 persone sono morte di fame nell’ultimo anno. Prima dell’inizio dell’assedio Ayham pesava 70 chili. Oggi ne pesa solo 45.

    In passato, Ayham è stato anche minacciato: “Mi hanno intimorito dicendo che mi avrebbero spezzato le dita delle mani e per questo suono presto al mattino, quando loro (gli estremisti) ancora dormono.”

    Secondo alcuni correnti di pensiero fondamentaliste, infatti, la musica è un prodotto del demonio e quindi va vietata. Poi gli estremisti si sono ritirati e Ayham ha potuto ricominciare a suonare.

    Il campo profughi di Yarmouk, a sud di Damasco, è stato distrutto nei mesi scorsi dai bombardamenti delle forze governative siriane fedeli al presidente Bashar al-Assad e dagli scontri tra le diverse fazioni di combattenti presenti in Siria. Prima della guerra a Yarmouk vivevano circa 150mila persone.

    La guerra civile in Siria va avanti da 3 anni. Più di 170mila persone sono morte dall’inizio del conflitto, 700 in un solo fine settimana lo scorso mese. Quasi 3 milioni i profughi (per saperne di più leggi l’articolo).

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