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    Guerra in Ucraina, la morìa dei generali russi: uccisi in azione un quarto degli alti ufficiali di Putin

    Di Almerico Bartoli
    Pubblicato il 21 Mar. 2022 alle 15:58 Aggiornato il 29 Mar. 2022 alle 08:32

    Andrei Mordvichev, comandante dell’Ottava armata combinata è stato il quinto e ultimo generale russo a essere ucciso in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. La notizia della sua morte, avvenuta il 19 marzo a seguito di un colpo d’artiglieria nella città di Chernobayevka, è arrivata insieme a numerosi rapporti sulle pesanti perdite inflitte alle truppe del Cremlino, il cui numero di vittime è salito a 14.200 secondo gli ultimi dati del ministero della Difesa ucraina – per gli USA il numero di caduti tra i soldati russi sarebbe invece di oltre 7mila, con più di 14mila feriti. Sui 20 generali incaricati di condurre le operazioni in Ucraina, cinque sono stati già uccisi in azione: Andrei Sukhovetsky (28 febbraio), Vitaly Gerasimov (7 marzo),  Andrei Kolesnikov (11 marzo), Oleg Mityaev (15 marzo), e non ultimo Mordvichev (19 marzo). Le morti tra gli alti ufficiali, avvenute per le ragioni più disparate – chi per mano dei cecchini  (Sukhovetsky), chi nei combattimenti a Kharkiv (Gerasimov), chi sotto i bombardamenti dell’aviazione ucraina (Mordichev) – ammonterebbero dunque a un quarto degli alti comandanti inviati da Mosca.

    Ma per quale motivo è così alto il numero di generali uccisi in azione nell’esercito più potente al mondo? Secondo il Wall Street Journal le ragioni sarebbero da attribuirsi alla straordinaria forza della Resistenza ucraina e al morale basso tra i soldati russi che costringerebbe i comandanti più anziani a gettarsi in prima linea nei combattimenti mettendo a repentaglio la loro vita. Secondo il colonnello John “Buss” Barranco del corpo dei Marines degli Stati Uniti e membro dell’Atlantic Council, il livello di leadership delle piccole unità russe non è particolarmente efficace, “per questo si vedono ufficiali generali russi molto più avanzati sul campo”. Un motivo ulteriore sarebbe lo stile di combattimento adottato dall’esercito russo che risponde a un processo decisionale molto centralizzato che impedirebbe ai generali in prima linea di orchestrare meglio le offensive. L’esercito russo inoltre si è dimostrato estremamente vulnerabile di fronte alle imboscate delle truppe ucraine, organizzate in gruppi d’assalto di pochi uomini in grado di cogliere di sorpresa i mezzi militari russi e annientarli con i missili anticarro. Una considerazione finale riguarda l’inefficacia della tecnologia bellica utilizzata dall’esercito russo, i cui sistemi di comunicazione criptati sarebbero facilmente intercettabili dai militari ucraini, costringendo i comandanti ad appoggiarsi alle reti locali e a svelare le loro posizioni. Di sicuro, sottolineano gli analisti, il numero alto di generali di brigata morti in tre settimane di conflitto dimostra alcune innegabili difficoltà di Mosca a guidare il proprio esercito.

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