Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi ha dichiarato, in un’intervista esclusiva alla giornalista della Cnn Christiane Amanpour, di non avere prove che l’Iran fosse vicino a sviluppare un ordigno nucleare, che è il motivo ufficiale per cui Israele ha cominciato a bombardare Teheran.
“C’è questa gara tra chi ha ragione e chi ha torto riguardo al tempo necessario (per arrivare a una bomba atomica, ndr). Certamente non è domani, forse non è questione di anni. Ma queste sono congetture. Perché? Perché non lo sappiamo. Perché se ci sono state attività clandestine, o tenute nascoste agli ispettori, non lo possiamo sapere. Quello che abbiamo detto e riferito è che non avevamo alcuna prova di uno sforzo sistematico (da parte dell’Iran, ndr) per arrivare a un’arma nucleare”, ha dichiarato Grossi nell’intervista andata in onda il 17 giugno scorso.
“We did not have any proof of a systematic effort to move into a nuclear weapon.” @iaeaorg Director General affirms his agency’s findings about Iran’s nuclear program. pic.twitter.com/TmHx7rtfjJ
— Christiane Amanpour (@amanpour) June 17, 2025
Così, pur ammettendo di non poter escludere attività clandestine da parte di Teheran che potrebbero essere sfuggite ai controlli dell’Aiea, il diplomatico argentino si è rifatto ai risultati delle ispezioni condotte dall’Onu in Iran. La Repubblica islamica, ha precisato Grossi, “ha o aveva a disposizione (…) abbastanza materiale per sviluppare un’arma nucleare, nel caso avessero deciso (di farlo, ndr)”.
“Hanno più di 400 chilogrammi di uranio arricchito al 60%, appena un passo dal 90% necessario a un ordigno atomico”, ha spiegato il direttore dell’Aiea. “Ma per ottenere un’arma nucleare serve ben più di questo materiale. Bisogna metallizzare l’uranio, servono i detonatori e una serie di componenti interni alla testata per farla esplodere. Per non parlare del fatto che si può o non si può volerla testare. (…) Non è stato certamente di grande aiuto il fatto che alcuni alti funzionari iraniani affermassero di avere tutti i pezzi del puzzle necessari per un’arma nucleare”.