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    Guerra in Ucraina, ultime notizie. Missili su un palazzo a Odessa: salgono a 21 le vittime. Stoltenberg: “Più armi pesanti per rafforzare Kiev”. Von der Leyen al parlamento di Kiev: “Con voi fino alla vittoria”

    Credit: EPA/STR
    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 1 Lug. 2022 alle 07:00 Aggiornato il 1 Lug. 2022 alle 19:13

    GUERRA UCRAINA-RUSSIA: LE ULTIME NOTIZIE DI OGGI, 1 LUGLIO 2022

    GUERRA UCRAINA-RUSSIA ULTIME NEWS – Mentre in Ucraina si continua a combattere da 128 giorni, sale la tensione tra Nato e Russia. Dopo l’accordo per l’allargamento dell’Alleanza Atlantica, infatti, Putin è tornato a minacciare l’Europa dichiarando che Mosca “risponderà allo stesso modo se la Nato dispiegherà truppe e infrastrutture in Finlandia e Svezia”. A gettare benzina sul fuoco anche l’ex presidente russo e attuale vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, il quale ha affermato che le sanzioni inflitte a Mosca potrebbero essere un “casus belli”. La Cina, intanto, è tornata ad attaccare l’Alleanza Atlantica facendo sapere, attraverso le parole del portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, che la Nato è “la vera minaccia sistemica alla pace e alla stabilità mondiale”. Intanto, sul campo di battaglia, continuano i bombardamenti sulla città di Lysychansk, che rendono impossibile l’evacuazione dei civili. Di seguito tutte le notizie sulla guerra in Ucraina di oggi, 1 luglio 2022.

    GUERRA IN UCRAINA, LE ULTIME NOTIZIE DI OGGI, 1 LUGLIO 2022

    Ore 19,10 – Centro commerciale Kremenchuk, bilancio sale a 17 morti – Gli specialisti hanno identificato 17 morti nel centro commerciale a Kremenchuk, in seguito all’attacco missilistico russo. Lo riporta l’agenzia ucraina Unian, secondo cui la maggior parte delle vittime erano impiegati nel centro commerciale “Amstor”, mentre sette erano visitatori del complesso.

    Ore 19,00 – Navalny: “Costretto a sedere sotto un ritratto di Putin” – Il principale oppositore di Vladimir Putin, Aleksei Navalny, ha dichiarato sui social network che nel carcere di massima sicurezza di Melekhovo, dove è stato recentemente trasferito, è costretto a lavorare “per diverse ore su una panca di legno sotto un ritratto di Putin”. Lo riportano l’Afp e Nastoyashcheye Vremya, uno dei siti internet di Radio Liberty. Secondo l’Afp, Navalny ha detto che lavora sette ore al giorno alla macchina da cucire seduto “su uno sgabello più basso dell’altezza del ginocchio” in quelle che le autorità definiscono “attività educative”, descrivendo la sua nuova cella come “una prigione dentro una prigione”. Secondo esponenti a lui vicini, tra cui Leonid Volkov e Kira Yarmysh, la sua nuova routine può essere definita una forma di “tortura”.

    Ore 18,50 – Di Maio: con bombe Odessa Putin dimostra che non vuole pace – Con le bombe a Odessa “Putin sta dimostrando una sola cosa: di non volere la pace”. Lo ha detto Luigi di Maio, affermando che il presidente russo “continua ad allontanare il tavolo di pace portando avanti in maniera sempre più intensa questa guerra in Ucraina”. “Noi non ci fermeremo come governo nella nostra azione diplomatica nel cercare la pace, ma bisogna essere in due a volerla”, ha detto il ministro degli Esteri, facendo riferimento all’attacco missilistico che nella notte ha colpito un edificio residenziale nella regione di Odessa, causando almeno 19 vittime.

    Ore 18,40 – Ucraina chiede a Turchia di bloccare nave russa con grano – L’Ucraina ha chiesto alla Turchia di bloccare la nave russa Zhibek Zholy, accusata di “esportazione illegale di grano ucraino”. Lo riferisce la Reuters, precisando che il cargo è salpato dal porto di rdiansk, occupato dalle forze di Mosca, verso Karasu, in Turchia, con 4.500 mila tonnellate di grano.

    Ore 18,30 – Borrell: responsabili attacchi Odessa ne risponderanno – “Molte altre vittime civili con almeno 19 persone uccise e 38 ferite dagli attacchi russi nella regione di Odessa. Questi attacchi ai civili devono cessare immediatamente. I responsabili di atti che equivalgono a crimini di guerra saranno tenuti a rispondere ai sensi del diritto internazionale”. Lo ha scritto in un tweet l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell.

    Ore 18,20 – Kiev: trattative corridoi grano ma ancora nessuna data colloqui – Sono in corso consultazioni sullo sblocco dei porti ucraini per l’esportazione di grano, in particolare con le Nazioni Unite e la Turchia, ma non è stata ancora fissata alcuna data per un incontro “in Turchia o da qualsiasi altra parte”. Lo ha detto il capo di gabinetto di Zelensky, Andriy Yermak, citato da Ukrinform. Al momento, ha aggiunto, non ci sono invece accordi o trattative riguardanti un incontro tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin.

    Ore 18,10 – Kiev, premier Norvegia in visita: donato quasi 1 mld euro – La Norvegia ha annunciato una donazione di 10 miliardi di corone (circa 970 milioni di euro) in due anni all’Ucraina, in occasione della visita del premier Jonas Gahr Store a Kiev. I fondi, ha fatto sapere il governo di Oslo, dovranno essere utilizzati per “aiuti umanitari, ricostruzione del paese, armi e sostegno al funzionamento delle autorità” ucraine.

    Ore 18,00 – Kuleba: presentato a Corte dell’Aja dossier su crimini russi – “Oggi, l’Ucraina ha presentato un importante dossier alla Corte di giustizia internazionale. Abbiamo fornito prove che la Russia ha violato la Convenzione sul genocidio giustificando la sua aggressione con il falso pretesto di un ‘genocidio’ che non c’è mai stato. Un passo cruciale per far sì che la Russia sia tenuta a risponderne e far pagare la Russia per i danni che ha inflitto”. Lo ha scritto sul suo profilo Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

    Ore 17,40 – Filorussi Donetsk: incriminati altri 2 mercenari britannici – Le autorità filorusse dell’autoproclamata Repubblica separatista di Donetsk hanno incriminato altri due “mercenari” britannici con le stesse accuse contestate ai tre combattenti volontari stranieri pro-Ucraina, due britannici e un marocchino, già condannati a morte nelle scorse settimane. Lo riferisce la Tass.

    Ore 17 – Gazprom, nel 2022 export gas ridotto del 31% – Il colosso russo Gazprom ha ridotto dell’8,6% la produzione di gas nei primi sei mesi del 2022 e del 31% l’esportazione verso i Paesi non aderenti alla Comunità degli Stati indipendenti (Csi, ex repubbliche sovietiche). Lo rende noto la stessa Gazprom, secondo la Tass. La media giornaliera di esportazioni a giugno è crollata di un quarto rispetto allo scorso maggio.

    Ore 16,30 – Von der Leyen: a metà luglio piano emergenza UE su energia – “Dobbiamo lavorare ad un piano di emergenza sull’energia. Come sul Covid, quando abbiamo lavorato assieme e abbiamo superato la crisi. E’ un momento difficile, la Russia sta deliberatamente tagliando parzialmente il gas verso l’Europa e noi stiamo preparando un piano d’emergenza per l’Europa. Un punto fondamentale sarà la solidarietà”. Lo ha detto la presidente della commissione europea in conferenza stampa a Praga annunciando, “per la metà di luglio”, il piano d’emergenza sulle forniture energetiche per l’UE.

    Ore 16,10 – Media: UE studia la messa al bando dell’oro russo – L’Unione Europea sta lavorando a nuove sanzioni per prendere di mira l’oro russo. Lo scrive l’agenzia Bloomberg, citando alcune fonti secondo cui diversi paesi spingeranno per includere nel nuovo pacchetto nuove misure prima che vengano presentate agli stati membri per essere approvate. Inoltre il nuovo pacchetto dovrebbe contenere anche alcune correzioni alle misure approvate in precedenza, come adeguamenti alle regole per il transito di merci sanzionate verso l’exclave russa di Kaliningrad, situata tra Lituania e Polonia. Proprio l’applicazione delle sanzioni europee sulle merci destinate verso il territorio russo aveva suscitato la dura reazione di Mosca, che ha minacciato dure contromisure nei confronti Vilnius.

    Ore 16,00 – Mosca: la Nato è tornata a schemi da guerra fredda – Mosca ha accusato la Nato di essere tornata agli schemi di sicurezza militare dell’era della guerra fredda. Lo ha denunciato il viceministro degli Esteri russo, Aleksandr Grushko, intervenendo a una discussione del centro studi Club Valdai. “La conclusione principale che possiamo trarre è che a Madrid, la Nato ha completato una capriola evolutiva ed è tornata alle origini, agli schemi di sicurezza militare della Guerra Fredda”, ha detto Grushko.

    Ore 15,50 – Cedu: Russia garantisca trattamento umano detenuti ucraini – La Russia deve garantire il rispetto dei diritti umani dei militari ucraini che ha catturato e detiene. L’ordine proviene dalla Corte europea dei diritti umani (Cedu) in seguito a una richiesta di misure urgenti inoltrata dalla moglie di Yaroslav Anatoliyovych Oliynichenko, comandante di un’unità a Mariupol, tenuto in un campo dove ci sono prove di tortura sui prigionieri. I giudici di Strasburgo hanno deciso di estendere la misura di protezione dei diritti di Oliynichenko a tutti i prigionieri di guerra ucraini detenuti dai russi per cui ci siano prove sufficienti a dimostrare che la loro incolumità fisica o la loro vita è sottoposta a un rischio irreparabile serio e imminente. La corte di Strasburgo ha inoltre dato a Mosca una settimana di tempo per dire se Oliynichenko è tenuto prigioniero ed eventualmente in quali condizioni sia detenuto, se sia stato esaminato da medici o abbia subito interventi o cure specifiche. Nonostante la Russia non sia più uno stato membro del Consiglio d’Europa, è ancora sotto la giurisdizione della Cedu e quindi tenuta a rispettare le sue decisioni.

    Ore 15,40 – Russia, al via processo a star basket USA Brittney Griner – Si è aperto in Russia il processo contro la star del basket statunitense Brittney Griner, detenuta in Russia da febbraio, con l’accusa di traffico di stupefacenti. “Il processo è iniziato”, ha annunciato ai giornalisti Polina Vdovtsova, portavoce del tribunale della città di Khimki, poco fuori Mosca. Griner, due volte medaglia d’oro olimpica e campionessa Wnba (la lega professionistica di pallacanestro femminile degli Usa), rischia fino a 10 anni di carcere. Il processo è stato parzialmente chiuso al pubblico, con una presenza mediatica limitata, in base a una “richiesta della difesa”, secondo Vdovtsova. All’udienza la cestista, portata in tribunale in manette, indossava una maglietta bianca con l’immagine di Jimi Hendrix. La 31enne Griner, che si era recata in Russia per giocare in una squadra locale prima della ripresa della stagione negli Stati Uniti, è stata arrestata all’aeroporto di Mosca a febbraio, dopo che nel suo bagaglio sono state trovate cartucce di vaporizzatore con olio di cannabis. L’arresto è avvenuto pochi giorni prima che il presidente russo Vladimir Putin ordinasse l’invio di truppe in Ucraina, sfidando i moniti degli Stati Uniti sulle conseguenze di un’invasione.

    Ore 15,30 – Erdogan: parlerò con Putin e Zelensky su crisi grano – Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato che parlerà con l’omologo russo, Vladimir Putin, e con il capo di Stato ucraino, Volodymyr Zelensky, per cercare di sbloccare le esportazioni di grano. “Ora faremo tutto quanto necessario per prendere un appuntamento e parlare con Zelensky e Putin, una volta parlato cercheremo la maniera di far partire il grano, il frumento, l’olio di girasole e le granaglie il cui blocco vede come vittime paesi che soffrono e a cui vogliamo che questi prodotti arrivino. I nostri silos sono in buone condizioni grazie a Dio. Vogliamo però essere da tramite verso questi paesi che sono in difficoltà”, ha aggiunto Erdogan al termine della preghiera del venerdì. “Circa 20 nostre navi si trovano in quella zona ora e sono pronte. Di questo ne parleremo con Putin e Zelensky perché i colloqui preliminari hanno già avuto luogo. Ottenuta la loro risposta positiva procederemo”.

    Ore 15,20 – Lavrov: tranne Macron leader UE felici che vera guida siano USA – Tutti i leader dei paesi europei, eccetto Emmanuel Macron, sono soddisfatti del fatto che la vera guida del Vecchio continente siano gli Stati Uniti. Lo sostiene il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. “Oggi purtroppo l’Unione Europea non è un attore indipendente”, ha detto il diplomatico in un incontro con gli studenti dell’Università statale della Bielorussia a Minsk, riportato dalla Tass. In precedenza, in Europa esisteva un dibattito sulla necessità di “assicurare l’autonomia strategica dell’UE”, ha ricordato Lavrov. “Esiste ancora un dibattito su questo, ma solo da parte del presidente Macron. Gli altri sono semplicemente contenti del fatto che gli americani abbiano in carico tutto, e tutte le decisione fatte in Europa sono state ampiamente imposte da Washington”, ha spiegato. “Della Nato non parlo nemmeno, è un’organizzazione del tutto americana. E l’Unione Europea è diventata una sorta di appendice della politica europea”. “Ed è soprattutto l’Europa”, ha concluso, “che soffre delle sanzioni imposte dall’Occidente”.

    Ore 15,10 – Scholz a Parigi lunedì per cena di lavoro con Macron – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si recherà a Parigi lunedì per una cena con il capo di stato francese Emmanuel Macron. Lo ha annunciato il portavoce del governo tedesco. “Lunedì 4 luglio, il cancelliere Olaf Scholz si recherà in Francia. Incontrerà il presidente Emmanuel Macron a Parigi”, ha detto Stefen Hebestreit in una conferenza stampa. I due capi di stato “discuteranno di attualità politica internazionale, bilaterale ed europea”, ha aggiunto. “Il colloquio avrà luogo durante la cena”, ha spiegato Hebestreit. Per ora non è previsto alcun intervento pubblico dei due leader.

    Ore 15,00 – Nord Stream: da 11 al 21 luglio stop gas per manutenzione – Le linee del gasdotto Nord Stream saranno chiuse dall’11 al 21 luglio: lo riferisce l’operatore Nord Stream Ag, ripreso dalle agenzie russe Tass e Interfax, affermando che l’interruzione è dovuta a “lavori di manutenzione”. “Dall’11 al 21 luglio 2022 la compagnia Nord Stream Ag effettuerà una momentanea chiusura di entrambe le condotte del Nord Stream per effettuare dei lavori pianificati di manutenzione, inclusi test di componenti meccanici e sistemi di automazione per garantire un efficace, sicuro e affidabile funzionamento del gasdotto”, afferma il messaggio di Nord Stream Ag. Nelle scorse settimane la Russia compagnia russa Gazprom ha annunciato riduzioni alle forniture inviate tramite il gasdotto che collega Russia e Germania, motivate da ritardi nella manutenzione dovuti alle sanzioni.

    Ore 14,50 – Gas, Putin blinda maxi-giacimento: pressing su Shell e Tokyo – Il presidente russo Vladimir Putin torna a brandire l’arma del gas, firmando nella notte un decreto per trasferire i diritti sul giacimento di gas e petrolio Sakhalin 2 a una nuova società russa. Una decisione motivata con ragioni di interesse nazionale e di sicurezza economica, che complicherà i piani della compagnia britannica Shell di vendere la propria partecipazione nel giacimento. All’indomani dell’inizio della guerra in Ucraina, Shell aveva infatti dichiarato di voler vendere la quota del 27,5% nel maxi-giacimento, annunciando recentemente progressi nella dismissione dell’asset valutato 4,1 miliardi di dollari. Il decreto, che complica i piani di vendita, assegna un mese di tempo agli azionisti per dire se intendono entrare nella nuova società. Mosca, che si riserva un diritto di veto, ha inoltre avvertito che una uscita dal capitale potrebbe non essere interamente compensata.

    Oltre a Shell sono presenti in Sakhalin 2 le nipponiche Mitsubishi (10%) e Mitsui & Co (12,5%), che alla Borsa di Tokyo hanno perso oltre il 5%. Il premier giapponese, Fumio Kishida, a marzo aveva detto che il Giappone non avrebbe abbandonato il giacimento, il cui gas viene in larga venduto proprio a Tokyo in forma liquefatta. “Pensiamo che la decisione possa avere ampie ramificazioni per gli acquirenti di gas ed elettricità in Giappone”, hanno riferito gli analisti di Jefferies, secondo quanto riporta Bloomberg. Il Giappone conta per l’8,8% sul gas naturale russo, quasi tutto proveniente da Sakhalin 2. Al momento, ha rassicurato Kishida, le importazioni non stanno subendo interruzioni.

    Ore 14,40 – Gas, ambasciatore Israele: pronti a rifornire Italia con navi – “Per il prossimo inverno abbiamo la capacità di fornire alcuni bcm (miliardi di metri cubi) di gas con le navi in Italia. Speriamo che avrete un inverno caldo”. Lo ha affermato l’ambasciatore di Israele in Italia, Dror Eydar, a margine di un incontro con la stampa a Trieste. “L’energia è un grande problema oggi in tutta l’Europa”, ha osservato, “e il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato di indipendenza energetica dell’Italia. Per questo abbiamo alcuni progetti che vogliamo promuovere come il gasdotto EastMed”, che “dai campi di gas di Israele e Cipro, tramite la Grecia”, arriverà “nelle spiagge della Puglia e da qui in tutta Italia ed Europa. Questo in un futuro più lontano”.

    A giugno Mario Draghi e la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno visitato Israele come parte degli sforzi per diversificare le forniture energetiche e ridurre la dipendenza dal gas russo. Successivamente UE, Israele e Egitto hanno firmato un accordo, definito “storico” da von der Leyen per l’esportazione di gas israeliano tramite gli impianti di liquefazione egiziani, che consentiranno così di imbarcare la materia prima verso i mercati europei.

    Ore 14,30 – Putin a Modi: crisi alimentare colpa errori dell’Occidente – Il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro indiano Narendra Modi hanno avuto una telefonata per discutere delle relazioni bilaterali e della situazione del mercato alimentare globale. Lo dichiara il servizio stampa del Cremlino, come riportano le agenzie russe. In particolare, come riporta il comunicato finale, i due leader hanno discusso della crisi alimentare. “È stata esaminata la situazione del mercato alimentare globale. Vladimir Putin”, afferma il Cremlino, “ha richiamato l’attenzione sugli errori sistemici commessi da alcuni paesi che hanno causato l’interruzione dell’intera architettura del commercio senza ostacoli dei prodotti agricoli e un significativo aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Le sanzioni illegali contro la Russia hanno esacerbato la già complicata situazione. Gli stessi fattori hanno avuto un effetto negativo sul mercato energetico globale. Allo stesso tempo, Vladimir Putin ha sottolineato che la Russia è stata e rimane un produttore e fornitore affidabile di grano, fertilizzanti ed energia, anche nelle relazioni con i partner indiani. Putin e Modi hanno discusso “in dettaglio i temi attuali delle relazioni russo-indiane, ponendo l’accento sull’ulteriore sviluppo delle relazioni economiche reciprocamente vantaggiose. Hanno espresso soddisfazione per la crescita sostanziale del commercio bilaterale, comprese le consegne reciproche di prodotti agricoli. È stato espresso il desiderio reciproco di un rafforzamento globale del partenariato strategico privilegiato tra Russia e India”, ha dichiarato la presidenza russa.

    Ore 14,20 – Germania, bufera su ambasciatore ucraino Melnyk: ha difeso Bandera – L’ambasciatore ucraino Andrij Melnyk torna sotto i riflettori in Germania, stavolta per una dichiarazione che ha sollevato un caso e ha spinto il suo stesso governo a una netta presa di distanze. “Bandera non è stato uno sterminatore di massa di ebrei e polacchi”, ha affermato il diplomatico nel colloquio con un giornalista ieri, in riferimento al collaboratore nazista considerato padre della patria dalla destra ucraina. “Su questo non ci sono prove”, ha aggiunto Melnyk. Il ministero degli Esteri ucraino ha reagito prendendo le distanze: “l’opinione dell’ambasciatore Melnyk, espressa in un’intervistata, è la sua personale opinione e non corrisponde alla posizione del ministero degli esteri ucraino”. Inoltre il ministero ha sottolineato che dalla Polonia stia arrivando un “aiuto senza precedenti”. Intanto anche Varsavia ha reagito all’intervista, definendo “inaccettabili” le parole del diplomatico, per mesi spina nel fianco del governo tedesco. Nei mesi scorsi Melnyk ha esercitato forte pressione sul governo Scholz, arrivando a definire il cancelliere una “salsiccia offesa”.

    Ore 14,10 – Il Borscht patrimonio dell’umanità, Kiev festeggia – “La vittoria nella guerra del Borscht è nostra”, ha scritto sui social il ministro della Cultura ucraino, Oleksandr Tkatchenko, dicendosi soddisfatto per la decisione dell’Unesco di includere il piatto tradizionale ucraino nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità. L’Ucraina “vincerà la guerra del Borscht e anche questa guerra”, ha scritto sul suo account Telegram, riferendosi al conflitto con la Russia. L’Ucraina condividerà la ricetta della zuppa di barbabietole con tutti i paesi civilizzati, “e anche con quelli incivili, affinché abbiano almeno qualcosa di leggero, gustoso e ucraino”, ha aggiunto.

    Ore 14,00 – Cremlino risponde su Odessa: “Russi non attaccano i civili” – La presidenza russa ha ribadito che le truppe della Federazione Russa non attaccano siti civili, dopo l’attacco missilistico che nella notte ha colpito un edificio residenziale nella regione di Odessa, causando almeno 19 vittime “Ancora una volta, vorrei ricordarvi le parole del presidente, comandante supremo in capo [Vladimir Putin], secondo cui le forze armate russe non attaccano obiettivi civili e infrastrutture civili durante le operazioni militari speciali”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov durante un briefing. “Allo stesso tempo, colpiscono i depositi militari, le imprese che equipaggiano e riparano l’hardware militare, i depositi di munizioni, le aree di concentrazione e di addestramento dei mercenari, compresi quelli stranieri, e gli elementi nazionalisti”, ha aggiunto.

    Ore 13,50 – Papa: “Onu non ha alcun potere di fermare la guerra” – Papa Francesco si è detto ancora una volta pessimista sulle possibilità delle Nazioni Unite di porre fine alla guerra in Ucraina. “Dopo la seconda guerra mondiale c’era molta speranza nelle Nazioni Unite. Non voglio offendere, so che ci sono ottime persone che lavorano, ma su questo punto non hanno il potere di imporsi”, ha detto nell’intervista all’agenzia argentina Telam. “Contribuiscono sì a evitare guerre, e penso a Cipro, dove ci sono truppe argentine”, ha continuato Francesco. “Ma per fermare una guerra, per risolvere una situazione di conflitto come quella che stiamo vivendo oggi in Europa, o come quelle vissute in altre parti del mondo, non hanno alcun potere. Senza offesa. E solo che lo statuto di cui dispongono non dà loro potere”. Nel mondo, ha osservato il papa, “ci sono alcune istituzioni benemerite che sono in crisi o, peggio ancora, che sono in conflitto. Quelle in crisi mi fanno sperare in un possibile progresso. Ma quelle in conflitto sono impegnate a risolvere questioni interne. In questo momento servono coraggio e creatività. Senza questi due elementi, non avremo istituzioni internazionali che possano aiutarci a superare questi gravissimi conflitti, queste situazioni di morte”.

    Ore 13,40 – Nato: Mosca rispetti decisione Bulgaria su espulsioni – Dopo l’Unione Europea, anche la Nato ha chiesto a Mosca di rispettare la scelta della Bulgaria di espellere 70 diplomatici ritenuti agenti stranieri. “Una decisione sovrana che deve essere rispettata”, l’ha definita la portavoce, Oana Lungescu. “Gli alleati della Nato condannano fermamente il comportamento coercitivo di lunga data della Russia, i tentativi di interferire nei nostri processi e istituzioni democratiche e di colpire la sicurezza dei nostri cittadini. Siamo solidali con la Bulgaria, nostro alleato”, ha aggiunto Lungescu.

    Ieri il primo ministro uscente Kiril Petkov ha chiesto alla Russia di non dare seguito all’ultimatum inviato tramite una nota ufficiale dopo l’espulsione dei 70 diplomatici. In risposta alla decisione di Sofia, l’ambasciata russa ha comunicato al governo che chiederà a Mosca di porre fine alla presenza diplomatica in Bulgaria, storicamente vicina alla Russia prima di adottare la linea dura dopo l’invasione dell’Ucraina. Una scelta che ha scosso gli equilibri nel governo, sfiduciato dal parlamento la settimana scorsa.

    Ore 13,10 – Zelensky: Ucraina e UE ora sono insieme – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che l’Ucraina e l’Unione Europea stanno per aprendo un nuovo capitolo nella loro storia, con il riconoscimento dello status di candidato da parte dell’UE. “Ora non siamo più vicini. Ora siamo insieme”, ha detto Zelensky al parlamento ucraino, aggiungendo che sarà “un grande onore e una grande responsabilità” lavorare per “realizzare le aspirazioni” del paese. “Abbiamo fatto un viaggio lungo 115 giorni per ottenere lo status di candidato e il nostro viaggio verso l’adesione non dovrà richiedere decenni. Dovremo arrivarci in fretta. L’Ucraina sta lottando per i suoi valori, per far parte della famiglia europea”, ha detto. Dopo il suo intervento, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è intervenuta in videocollegamento, assicurando ai leader e ai parlamentari ucraini che l’adesione del loro paese era alla loro portata. Inoltre li ha invitati ad accelerare le riforme riguardanti la lotta alla corruzione, la giustizia e la riduzione dell’influenza degli oligarchi.

    Ore 12,50 – Papa: “Su Putin mi hanno messo in bocca cosa non dette” – “È vero che se parlo io, tutti dicono ‘il papa ha parlato e ha detto questo’. Ma è anche vero che prendono una frase fuori dal contesto e ti fanno dire ciò che non intendevi dire. In altre parole, bisogna fare molta attenzione”. Lo sottolinea papa Francesco in una intervista alla agenzia argentina Telam. “Per esempio, con la guerra, c’è stata un’intera controversia per una mia dichiarazione su una rivista dei gesuiti: ho detto che ‘qui non ci sono né buoni né cattivi’ e ho spiegato perché. Ma hanno preso questa dichiarazione da sola e hanno detto: ‘Il Papa non condanna Putin!’. La realtà e’ che lo stato di guerra è qualcosa di molto più universale, più serio, e non ci sono buoni e cattivi. Siamo tutti coinvolti e questo è ciò che dobbiamo imparare”, ha aggiunto il pontefice.

    Il riferimento è alle polemiche seguite al colloquio con i direttori delle riviste della Compagnia di Gesù, in cui il pontefice si era soffermato sulla guerra in Ucraina e le sue cause, ricordando di un importante capo di stato, il quale lo aveva avvertito che “l’Alleanza Atlantica sapeva di provocare Putin”.

    Ore 12,40 – UE, da Russia minacce ingiustificate a Bulgaria – L’Unione Europea ha definito “ingiustificata” la minaccia russa di rompere le relazioni diplomatiche con la Bulgaria in risposta all’espulsione di 70 diplomatici dell’ambasciata russa a Sofia. In una nota del Servizio per l’azione esterna Ue, il Seae, la misura adottata dalla Bulgaria viene giudicata “pienamente in linea” con il diritto internazionale poiché i funzionari russi hanno violato la Convenzione di Vienna. “Un eventuale passo così sproporzionato da parte della Russia non farà che accrescere il suo isolamento internazionale”, si legge nella nota.

    Le espulsioni hanno già causato un terremoto politico in Bulgaria, paese storicamente vicino alla Russia prima di sposare la linea dura nei confronti di Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina. Il Partito socialista che appoggiava il governo uscente ha detto che non sosterrà più alcun esecutivo presieduto dal primo ministro Kiril Petkov, sfiduciato la settimana scorsa dal parlamento, avvicinando il paese alle elezioni anticipate.

    Ore 12,30 – Putin, sanzioni accelerano integrazione Mosca-Minsk – La pressione politica e sanzionatoria “senza precedenti” da parte dell’Occidente ha spinto Mosca e Minsk ad accelerare il processo di integrazione fra i due paesi confinanti. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin. In particolare, Putin ha affermato che Russia e Bielorussia intendono promuovere la cooperazione nelle forniture di cibo e fertilizzanti sui mercati mondiali. Dal 1999 i due paesi fanno parte dell’Unione Russia-Bielorussia, istituita come parte di un processo di integrazione che avrebbe potuto portare a un’eventuale unificazione. Sia Mosca che Minsk sono state colpite dalle sanzioni imposte dai paesi occidentali in risposta all’invasione dell’Ucraina lanciata il 24 febbraio scorso.

    Ore 12,20 – Cremlino: messaggio di Zelensky portato da Widodo non era scritto – Il messaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, trasmesso ieri al presidente russo Vladimir Putin dal suo omologo indonesiano Joko Widodo, “non era un messaggio scritto”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov dopo la visita a Mosca di Widodo, che in precedenza aveva invitato sia Putin che Zelensky al vertice del G20 in programma a Bali a novembre. La possibile presenza di Putin al summit era stata al centro di un botta e risposta tra il Cremlino e Mario Draghi, il quale martedì scorso si era detto certo che il presidente russo non sarà presente al summit. Una valutazione che secondo Mosca non spetterebbe al capo del governo italiano.

    Ore 12,10 – Odessa: sale a 19 il bilancio delle vittime dell’attacco, gravi due bambini – È salito a 19 il numero delle vittime dell’attacco russo contro un edificio residenziale e un centro ricreativo nel distretto di Bilhorod-Dnistrovsky, nella regione meridionale di Odessa. Finora sono stati recuperati 38 feriti, tra cui sei bambini, due dei quali sono in gravi condizioni. Lo ha riferito il servizio stampa della procura regionale di Odessa, citato da Unian.

    Ore 12,00 – Lavrov: “La Nato è sempre alla ricerca di un nemico esterno” – Sergei Lavrov torna ad attaccare la Nato. Secondo il ministro degli Esteri russo l’Alleanza atlantica “è sempre stata alla ricerca di un nemico esterno, in gran parte a causa della necessità di preservare la ragion d’essere dell’Alleanza che, come riconoscono molti politici e analisti occidentali, è scomparsa quando il Patto di Varsavia e l’Unione Sovietica hanno cessato di esistere”. Lo ha detto durante un incontro con gli studenti e il personale docente dell’Università Statale Bielorussa, dopo aver avvertito ieri del ritorno di una “cortina di ferro” tra la Russia e i paesi occidentali.

    Ore 11,00 – Zelensky: “Se non si sbloccano i porti per il grano ci sarà uno tsunami di migranti” – “Se questa minaccia della fame non viene rimossa, se il Mar Nero non viene sbloccato immediatamente, il risultato della crisi alimentare sarà uno tsunami migratorio che raggiungerà anche voi, anche se l’Austria è lontana dal mare”. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in collegamento con il festival di tecnologie e media digitali “4Gamechangers” a Vienna.

    Ore 10,00 – Ucraina: risponderemo presto agli attacchi su Odessa – Il consigliere del presidente ucraino Zelensky, Oleksiy Arestovich, ha dichiarato che la Russia non dovrà “aspettare molto” prima che Kiev risponda all’attacco russo nella regione di Odessa. “Tre X-22 hanno colpito edifici residenziali e centri ricreativi nel distretto di Bilhorod-Dnistrovskyi nella regione di Odesa. Con che razza di bastardi dobbiamo combattere. Bene, aspettatevi una risposta , maledizione. E non dovrete aspettare a lungo”.

    Ore 9,00 – Von der Leyen al parlamento ucraino: “Con voi fino alla vittoria” – “L’esercito di Putin sta ancora uccidendo i vostri fratelli e sorelle. Continua a occupare la vostra terra, a rubare il vostro grano e a bombardare le vostre città. Voi state reagendo con coraggio e  l’Europa sarà al fianco dell’Ucraina fino a quando sarà necessario. Non ci fermeremo finché non prevarrete”. Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un intervento in videocollegamento al parlamento ucraino. “I vostri coraggiosi soldati in prima linea stanno compiendo sacrifici estremi per difendere il suolo dell’Ucraina e il suo popolo. E dietro le linee, ci sono innumerevoli altri ucraini che lavorano per sostenere questo sforzo nazionale. Tutti sperano in un futuro più luminoso. Questa è una generazione coraggiosa, in marcia verso la sua visione” ha aggiunto Ursula von der Leyen.

    Ore 8,00 – Stoltenberg: “Più armi pesanti per rafforzare Kiev” – L’Ucraina deve ottenere “più armi pesanti, equipaggiamento più moderno, che devono essere consegnati più velocemente”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in un’intervista. L’obiettivo degli aiuti militari, secondo quanto affermato da Stoltenberg, è di “rafforzare la posizione dell’Ucraina in vista dei futuri negoziati di pace con la Russia”.

    Ore 7,00 – Missili su palazzo Odessa: almeno 18 morti – È di 18 morti il bilancio provvisorio di un attacco russo a un palazzo nella regione di Odessa. Secondo quanto dichiarato dal portavoce dell’amministrazione militare di Odessa Sergei Bratchuk “il missile ha colpito un edificio residenziale di nove piani, nella regione di Bilgorod-Dniester” a circa 80 chilometri dalla città. Nell’edificio “nove piani di una sezione sono completamente distrutti… I soccorritori hanno già fornito assistenza medica a sette feriti, tra cui tre bambini”.

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