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    Gaza, nuova ordinanza della Corte de L’Aja: Israele deve garantire le forniture di cibo, servizi di base e aiuti umanitari ai palestinesi

    Credit: INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE
    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 28 Mar. 2024 alle 18:25 Aggiornato il 28 Mar. 2024 alle 18:34

    I giudici della Corte Internazionale di Giustizia de L’Aja hanno ordinato a Israele di intraprendere tutte le azioni necessarie e di adottare misure efficaci per garantire, senza ulteriore indugio, la consegna delle forniture alimentari di base e degli aiuti umanitari necessari alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza.

    La nuova ordinanza emanata oggi all’unanimità dalla Corte de L’Aja dispone ulteriori “misure provvisorie” riguardo il processo cominciato l’11 gennaio su istanza del Sudafrica, che accusa Tel Aviv di genocidio.

    “Le catastrofiche condizioni di vita dei palestinesi nella Striscia di Gaza sono ulteriormente peggiorate, in particolare in considerazione della prolungata e diffusa privazione di cibo e di altri beni di prima necessità a cui sono stati sottoposti i palestinesi della Striscia di Gaza”, si legge nell’ordinanza. “I palestinesi a Gaza non si trovano più ad affrontare solo il rischio di carestia, come osservato nell’ordinanza del 26 gennaio 2024, ma la carestia sta arrivando”.

    “Le misure provvisorie indicate nell’ordinanza del 26 gennaio 2024 non affrontano pienamente le conseguenze derivanti dai cambiamenti della situazione, giustificando così la modifica di queste misure”, hanno aggiunto i giudici, ribadendo le disposizioni precedenti che impongono a Israele di “adottare tutte le misure in suo potere per prevenire atti di genocidio” dei palestinesi e migliorare la situazione umanitaria a Gaza.

    In particolare, Tel Aviv deve assicurare “la fornitura, senza ostacoli e su vasta scala, dei servizi di base urgentemente necessari e dell’assistenza umanitaria, compresi cibo, acqua, elettricità, carburante, alloggi, abbigliamento, servizi igienico-sanitari e forniture mediche”, oltre ad “aumentare la capacità e il numero dei valichi di frontiera terrestri e mantenerli aperti per tutto il tempo che sarà necessario”. Lo Stato ebraico, secondo i magistrati, dovrebbe eseguire l’ordinanza “senza indugio e in piena collaborazione con le Nazioni Unite”.

    Inoltre, con un voto di 15 giudici favorevoli e 1 contrario, la Corte de L’Aja ha ingiunto a Israele di assicurarsi che il suo esercito “non commetta atti” in violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio, “impedendo, attraverso qualsiasi azione, la consegna dell’assistenza umanitaria urgentemente necessaria”. I giudici hanno quindi ordinato a Tel Aviv di presentare  un rapporto alla Corte, entro un mese, su “tutte le misure adottate” per rispettare l’ordinanza.

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