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    Chi è il “terzo Papa” che tiene davvero le fila del Vaticano dietro Bergoglio e Ratzinger

    Monsignor Carlo Maria Viganò indica Georg Gänswein, segretario di Benedetto XVI, come uomo in grado di esercitare un "controllo" sul Papa emerito

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 16 Gen. 2020 alle 16:14 Aggiornato il 16 Gen. 2020 alle 16:43

    C’è chi lo definisce “il terzo Papa” per la sua enorme influenza all’interno del mondo cattolico e per la sua innata capacità di destreggiarsi come acrobata tra Papa Bergoglio e il Papa Emerito Ratzinger: è monsignor Georg Gänswein, il cui nome è balzato sempre più di frequente agli onori della cronaca.

    Monsignor Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare del Papa emerito, ha rilasciato alle agenzie Kna e Ansa una dichiarazione in merito al libro sul celibato uscito in Francia con le firme di Benedetto XVI e del cardinale Robert Sarah e divenuto poi oggetto di contesa tra Ratzinger e il cardinale Sarah.

    “Posso confermare che questa mattina, su indicazione del Papa emerito, ho chiesto al Cardinale Robert Sarah di contattare gli editori del libro pregandoli di togliere il nome di Benedetto XVI come co-autore del libro stesso, e di togliere la sua firma anche dall’introduzione e dalle conclusioni”.

    Sulla sua figura si è espresso Carlo Maria Viganò, arcivescovo e già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America, che nel suo intervento pubblicato su La Verità, ricostruisce mediante delle testimonianze dirette il rapporto che intercorre tra l’uomo che ha rinunciato al soglio di Pietro e il consacrato che gli è più vicino.

    Una serie di episodi del recente passato che, prendendo per buono quanto raccontato dall’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, dimostrano come Monsignor Georg Gänswein, che Ratzinger ha elevato a vescovo nelle fasi finali del suo pontificato, eserciti la funzione di “filtro”: “Monsignor Harvey – ha raccontato Viganò, facendo riferimento ad una domanda di udienza – mi rispose con le seguenti parole: “Gänswein mi ha detto: “Monsignor Viganò è l’ ultima persona che può avvicinare Papa Benedetto!”. Aggiunse poi che all’ inizio del pontificato, Benedetto XVI, indicandogli con l’ indice Gänswein, esclamò: “Gestapo!Gestapo!”.

    Ma c’è di più. Secondo Viganò, monsignor Georg Gänswein in questi anni è riuscito ad esercitare un controllo sistemico nei confronti del sommo Pontefice Benedetto XVI, fin dall’inizio del suo pontificato. “Gänswein filtrava abitualmente le informazioni, arrogandosi il diritto di giudicare lui stesso quanto fosse opportuno o meno far pervenire al Santo Padre”.

    Poi c’è la vicenda della segretaria di Benedetto XVI, Ingrid Stampa, che secondo Viganò sarebbe stata “allontanata” dall’ecclesiastico tedesco. Ricostruzioni, quindi, che lasciano supporre come Georg Gänswein abbia la facoltà di pronunciare l’ultima parola su alcuni apsetti riguardanti la vita pubblica e privata di Benedetto XVI.

    Un racconto curioso è quello che risale al 2015, quando, in un’intervista pubblicata su “Oggi”, monsignor Georg Gaenswein raccontava la sua vita con due Papi.

    Nell’intervista concessa al settimanale “Oggi”, monsignor Gänswein raccontava dettagli inediti sulla vita in Vaticano di ratzinger e Bergoglio. Soffermandosi anche sulle lettere d’amore che continua a ricevere da misteriose spasimanti.

    Alla domanda su come sia il Papa visto da vicino, Georg Gänswein rispondeva: “La percezione personale e la percezione mediatica coincidono. Papa Francesco è una persona autentica: è come appare a chi lo guarda da lontano o in tv… Mi sorprende la sua capacità di lavoro: ha sempre tanti appuntamenti, udienze private e generali, incontri personali. E, a 78 anni, affronta tutto con una forza straordinaria”.

    Un uomo che all’epoca sembrava molto vicino a Papa Bergoglio anche su temi come le riforme: “Certo, c’è chi magari non ha la sua stessa visione, ma non si può dire che Papa Francesco sia ostacolato o contrastato. La sfida della Chiesa missionaria rappresenta il filo conduttore del suo pontificato. Sulle questioni economiche e finanziarie e sulla riforma della Curia si sta lavorando, ma ci vuole pazienza e tempo. Una grande nave non può cambiare rotta in poco tempo, non è un piccolo battello”.

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