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    Il premier dell’Etiopia ha incontrato il famoso robot umanoide Sophia

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 2 Lug. 2018 alle 16:02 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:27

    Il premier dell’Etiopia, Abiy Ahmed, ha incontrato il famoso robot umanoide Sophia.

    L’incontro si è tenuto oggi, lunedì 2 luglio 2018, con qualche giorno di ritardo rispetto al previsto, perché nei giorni scorsi alcune componenti del robot erano andate perse all’aeroporto di Francoforte, in Germania.

    Non è stato reso noto di cosa abbiano parlato il premier e Sophia. Il robot usa l’apprendimento automatico per leggere le espressioni facciali dell’interlocutore che ha davanti e rispondere.

    L’amarico, lingua ufficiale dell’Etiopia, è la prima lingua che il robot parla, dopo l’inglese.

    Progettata da un’azienda di Hong Kong, la Hanson Robotics, Sophia è stata attivata nel 2015 e l’anno scorso è stata il primo robot a ottenere la cittadinanza di un paese, ricevendo quella dell’Arabia Saudita.

    La scorsa settimana, una borsa contenente alcune sue componenti era andata persa all’aeroporto di Francoforte, il che aveva portato all’annullamento della conferenza stampa in programma venerdì 29 giugno al Museo nazionale etiope della capitale Addis Abeba.

    Successivamente le componenti sono state ritrovate ed è stato organizzato il faccia a faccia con il premier Ahmed.

    Nel dicembre 2017 Sophia è stata ospite della sede delle Nazioni Unite, a New York, dove ha tenuto un discorso nel quale ha detto di voler “aiutare l’umanità a creare il futuro”.

    Il robot ha un volto di donna ed è in grado di parlare e muoversi per assumere diverse espressioni, oltre a essere fornita di braccia e torso, seppur non ancora di gambe.

    La personalità e l’aspetto di Sofia sono vagamente basate su una combinazione tra la moglie di David Hanson, il fondatore di Hanson Robotics, e dell’attrice Audrey Hepburn, e il suo volto è fatto di “Frubber“, una pelle che imita la muscolatura umana reale e simula espressioni realistiche e tratti del viso, facendo sì che possa sorridere, muovere gli occhi, la bocca e l’intera testa.

    Il software che invece ne costituisce la “rete neurale” permette al robot di mantenere il contatto visivo, riconoscere i volti, processare e comprendere un discorso e tenere conversazioni relativamente naturali.

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