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    Elezioni Togo 2020: il presidente uscente Faure Gnassingbé ottiene il suo quarto mandato

    Credits: JEAN-PHILIPPE KSIAZEK / ANSA / PA

    Ha vinto il presidente uscente Faure Gnassingbé, che ottiene così il suo quarto mandato. Secondo il World Democracy Index 2019 il Togo si troverebbe ancora agli ultimi posti in classifica in termini di democrazia

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 22 Feb. 2020 alle 08:45 Aggiornato il 24 Feb. 2020 alle 14:51

    Elezioni Togo 2020: 3 milioni di cittadini votano per scegliere il nuovo presidente

    Il 22 febbraio 2020, si sono tenute le elezioni presidenziali in Togo. Sono circa 3.6 milioni i cittadini della piccola nazione dell’Africa occidentale che sono stati chiamati ad eleggere il loro nuovo presidente.

    Come da previsione, le elezioni sostate vinte da Faure Gnassingbé che ha così ottenuto il suo quarto mandato con il 72,36% dei voti, in schiacciante vantaggio sul candidato dell’opposizione Agbéyomé Kodjo, che denuncia brogli e rivendica per sé la vittoria.

    Secondo i risultati annunciati ieri sera dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni), il capo dello Stato uscente vince al primo turno ottenendo la maggioranza assoluta.

    Tuttavia, il leader dell’opposizione Agbéyomé Kodjo ha accusato le autorità di brogli.

    Secondo l’ex primo ministro, le autorità sono colpevoli di aver creato falsi seggi elettorali per far votare un maggior numero di persone a favore di Gnassingbé.

    Kodjo ottiene solo il 18,37%, mentre il terzo candidato Jean-Pierre Fabre raccoglie il 4,35% dei voti. L’affluenza è stata del 76,63%, in aumento rispetto al 2015 (60,99%).

    E proprio Gnassingbé, dopo che tutti gli altri candidati hanno terminato le loro campagne in vista del primo turno delle elezioni, ha tenuto un suo ultimo discorso nella sua città natale, Kara, a nord della capitale Lomé, dicendo ai sostenitori che il futuro del Paese è ormai nelle loro mani ed esortandoli ad andare a votare. Gnassingbé, che ha preso il posto del suo defunto padre dal 4 maggio 2005, sta cercando di prolungare il dominio di mezzo secolo della sua famiglia sulla nazione dell’Africa occidentale.

    Lo scorso anno, a seguito delle proteste del 2017 e del 2018, il presidente è riuscito ad apportare alcuni cambiamenti costituzionali sfidando i sostenitori dell’opposizione. In tal modo ha potuto ripresentarsi alle elezioni presidenziali 2020.

    Venerdì 20 febbraio si è conclusa una campagna elettorale dove, come già in passato in occasione del rinnovo del presidente, non sono mancate forti tensioni. Le comunità cristiane in Togo sono riunite in preghiera, in risposta all’invito dei Vescovi cattolici del paese, per scongiurare in un esito pacifico delle urne e che le elezioni si possano svolgere in trasparenza. Secondo fonti locali, l’opposizione sarebbe più che mai divisa e indebolita, praticamente inesistente rispetto al fronte del presidente uscente. Il controllo elettronico del voto è stato annullato e, come anticipato, ci sono alte probabilità che Faure Gnassingbé riesca ad aggiudicarsi la vittoria con un grande margine di consensi.

    Secondo il World Democracy Index 2019 dell’Economist Intelligence Unit il Togo si troverebbe ancora agli ultimi posti in classifica in termini di democrazia, a causa della governance di Faure Gnassingbé che si trova ancora a capo di un regime che viola i diritti umani e restringe le libertà fondamentali.

    Elezioni Togo 2020, i candidati

    Per quanto riguarda i candidati per queste elezioni presidenziali 2020, in totale ci sono sei sfidanti a contendersi la carica di presidente. L’uscente Gnassingbé è candidato con il partito Union for the Republic (UNIR) e e si sfiderà con Jean-Pierre Fabre del partito National Alliance for Change, arrivato secondo nell’ultima competizione perché incapace di compattare il fronte dell’opposizione. Il candidato dell’ANC il mese scorso aveva presentato da parte sua un ricorso contro la candidatura di Gnassingbé, ma la sua richiesta aveva poi incontrato il parere negativo della Corte costituzionale.

    L’ex Primo ministro Agbéyomé Kodjo, che ha prestato servizio sotto il padre di Gnassingbé, Eyadema, è invece il candidato del Movimento patriottico per la democrazia e lo sviluppo (MPDD). La sua candidatura a presidente è sostenuta anche dall’arcivescovo emerito di Lomé e decano dei vescovi del Togo Philippe Fanoko Kpodzro.

    Poi ci sono Aimé Gogue, leader dell’Alleanza democratica per uno sviluppo integrale (Addi), Mohamed Tchassona Traoré del Movimento per la democrazia e lo sviluppo (Mcd), Georges-William Kouessan del Partito della salute popolare e Komi Wolou del Partito socialista per il rinnovamento (Psr).

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