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    Elezioni Brasile: il candidato della destra Bolsonaro in testa, il 28 ottobre ballottaggio con Haddad

    Il candidato della destra Jair Bolsonaro

    Il candidato dell'estrema destra in testa con il 47,6 per cento delle preferenze contro il 27,7 per cento del rappresentante del Partito dei lavoratori

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 20 Ott. 2018 alle 18:00 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:26

    Domenica 7 ottobre 2018 i cittadini brasiliani hanno votato per eleggere il nuovo presidente e i membri del Congresso nazionale.

    Il candidato dell’estrema destra Jair Bolosnaro (chi è) ha vinto il primo turno delle elezioni con il 47,6 per cento delle preferenze contro il 27,7 per cento del rappresentante della sinistra, Fernando Haddad, ma non ha raggiunto il 50 per cento dei voti necessari per accedere direttamente alla carica di presidente.

    Bolsonaro e Haddad andranno quindi  al ballottaggio, previsto per domenica 28 ottobre.

    L’astensione è stata del 22 per cento e ha interessato soprattutto gli stati del nord ovest, più isolati e poveri.

    I primi exit poll davano in vantaggio il candidato della destra, ma il suo vantaggio si è ridotto quando sono arrivati i dati degli Stati del nord est, storiche basi elettorali del Partito dei lavoratori di Haddad.

    Il voto si è svolto in un clima di grande tensione che ha visto gli elettori fortemente polarizzati e divisi su due fronti contrapposti: da una parte i sostenitori del Partito dei lavoratori (Pt), dall’altra i cittadini vicini al candidato del Partito social-liberale, Bolsonaro.

    Al centro della campagna elettorale ci sono stati l’esclusione dell’ex presidente Lula dalla corsa per la carica di presidente e l’accoltellamento di Bolsonaro, avvenuta durante un comizio.

    Il sistema elettorale

    In Brasile le elezioni del presidente e del suo vice sono regolate da un sistema a doppio turno e si tengono generalmente nella prima domenica di ottobre.

    Se un candidato ottiene più del 50 per cento delle preferenze viene direttamente eletto presidente, ma se nessuno supera questa soglia si arriva al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti al primo turno.

    Nella stessa giornata si svolgono anche le elezioni per il Congresso nazionale, l’organo legislativo del Brasile.

    I candidati 

    I candidati alla presidenza alle elezioni del 7 ottobre sono stati in tutto 14.

    Lo storico Partito dei lavoratori, che si inserisce nel quadro della sinistra, ha scelto come suo rappresentate Fernando Haddad dopo che il Tribunale supremo elettorale ha bloccato la candidatura dell’ex presidente Lula, che ha governato il Brasile dal 2003 al 2011.

    Jair Bolsonaro, noto anche come il “Trump brasiliano”, è il rappresentante del Partito social-liberale di destra.

    Nell’ambito della sinistra, oltre ad Haddad, gli elettori brasiliani erano chiamati a scegliere tra Marina Silva, ex ministra dell’ambiente sotto Lula; Ciro Gomes del Partito Labour e ministro dell’Integrazione sempre durante la presidenza Lula; Guilherme Boulos del Partito socialismo e libertà; Vera Lucia Salgado del partito Socialista dei lavoratori uniti.

    A destra, invece, oltre a Bolsonaro, c’erano Geraldo Alckmin, del Partito della Social Democrazia Brasiliana e attuale governatore dello stato di San Paolo, che aveva sfidato Lula alle presidenziali del 2006; Joao Goulart del Partito Patria Libre; Jose Maria Eymael di Democrazia cristiana; Cabro Daciolo del Patri.

    Altri aspiranti alla carica di presidente erano Álvaro Dias di Podemos; João Amoêdo di Novo; Henrique Meirelles del Movimento democratico; l’attuale presidente del Brasile, Michel Temer, che ricopre la carica dal 31 agosto del 2016 dopo l’estromissione di Dilma Rousseff.

    I sondaggi pre-elettorali

    L’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, del Partito dei lavoratori (Pt), era dato come favorito con quasi il 40 per cento delle preferenze, ma ha dovuto rinunciare alla sua candidatura.

    Dopo l’annuncio del ritiro dello storico leader del Pt, i sondaggi hanno premiato il candidato della destra Jair Bolsonaro, che non dovrebbe comunque riuscire a raggiungere il 50 per cento delle preferenze necessarie per ottenere la carica di presidente al primo turno.

    Al secondo posto si posiziona Fernando Haddad, sostituto di Lula.

    L’attentato a Bolsonaro

    Il 7 settembre Jair Bolsonaro è stato accoltellato (qui il video) mentre partecipava a una manifestazione elettorale a Juiz de Fora, nello stato di Minas Gerais.

    Il responsabile dell’attentato è stato identificato come Adelio Bispo de Oliveira, un 40enne di Minas Gervais, che si è dichiarato colpevole.

    Sui social l’uomo avrebbe pubblicato messaggi contrari al candidato alle presidenziali ed espresso simpatia per il presidente venezuelano Nicolas Maduro e il movimento comunista.

    Bolsonaro era portato in braccio dai suoi sostenitori per la strada quando è stato colpito da una coltellata sferratagli da Adelio Bispo de Oliveira che si era avvicinato a lui fra il pubblico presente.

    L’esclusione di Lula dalle elezioni

    L’ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha rinunciato alla corsa per le elezioni presidenziali dopo che il Tribunale elettorale ne ha bocciato la candidatura a causa della condanna per corruzione sulla base della legge nota come“Ficha limpa”, che stabilisce che è ineleggibile chiunque sia stato condannato in seconda istanza per delitti di corruzione o contro l’amministrazione pubblica.

    Il suo posto è stato preso da Fernando Haddad, ex sindaco di San Paolo.

    L’ex presidente era primo nei sondaggi, con quasi il 40 per cento degli elettori che avevano dichiarato che avrebbero votato per lui.

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