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    Botswana, morti oltre 350 elefanti: le cause sono un mistero

    "Si tratta di un fenomeno senza precedenti, mai avevamo visto una tale moria non legata alla siccità", spiega Niail McCann, dell’organizzazione National Park Rescue. Si esclude la pista dei cacciatori d'avorio.

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 2 Lug. 2020 alle 15:05 Aggiornato il 2 Lug. 2020 alle 15:50

    Botswana, morti oltre 350 elefanti in due mesi

    Un mistero avvolge la morte degli elefanti in Botswana, Stato dell’Africa meridionale. Sono oltre 350 le carcasse di animali trovate nel delta del fiume Okavango dall’inizio di maggio ha raccontato alla Bbc Niail McCann, dell’organizzazione National Park Rescue. Le cause della morte dei pachidermi sono ancora sconosciute. Si esclude la pista dei cacciatori d’avorio. Gli elefanti, infatti, sono stati trovati con le zanne intatte. “Si tratta di un fenomeno senza precedenti, mai avevamo visto una tale moria non legata alla siccità”, continua McCann.

    Il governo del Botswana non ha ancora inviato i campioni in laboratorio quindi non ci sono informazioni su ciò che sta causando le morti o se potrebbero rappresentare un rischio per la salute umana. Le due possibilità principali sono avvelenamento o un patogeno sconosciuto. L’antrace, inizialmente considerata la causa più probabile, è stata esclusa. Il dott. Cyril Taolo, direttore ad interim del dipartimento della fauna selvatica e dei parchi nazionali del Botswana, ha detto al Guardian: “Siamo consapevoli degli elefanti che stanno morendo. Dei 350 animali abbiamo confermato la morte di 280. Abbiamo inviato i campioni per il test e ci aspettiamo i risultati entro un paio di settimane”, ha aggiunto. “Le restrizioni imposte dal Coronavirus non hanno agevolato il trasporto di campioni nella regione”, ha spiegato Taolo.

    “Potrebbe essere un problema neurologico che colpisce i pachidermi, ma servono analisi più accurate”, spiega l’esperto. Testimoni locali hanno raccontato di avere visto alcuni elefanti accasciati a terra dopo aver girato ripetutamente su se stessi. Comportamento che potrebbe confermare l’ipotesi del danno neurologico. “Osservando le carcasse alcune sono stati trovate in posizioni che lasciano pensare che gli elefanti siano caduti di faccia, indice di una morte rapida. Altri sembrano essere morti più lentamente, quindi è difficile stabilire quale sia la tossina che ha causato il decesso”, ha spiegato McCann. Si è parlato anche di Coronavirus, che si ritiene abbia avuto origine negli animali. Ma al momento è l’ipotesi più improbabile.

    Nel primo sorvolo effettuato a maggio sono stati contati 169 elefanti morti in sole tre ore. A metà giugno, il numero era più che raddoppiato, con il 70 per cento delle carcasse raggruppate attorno a pozze d’acqua. Per gli scienziati si tratta di un “disastro ambientale”. L’elefante africano è tra gli animali a maggior rischio di estinzione. A causa dei bracconieri ogni anno ne vengono uccisi 35 mila.

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