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    Dazi, la Cina risponde a Trump con nuove tariffe da 60 miliardi di dollari

    Xi Jinping, presidente della Repubblica popolare cinese. Credit: Afp/The Yomiuri Shimbun
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 13 Mag. 2019 alle 15:14 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:22

    La Cina non si cura della minacce del presidente Usa Donald Trump e risponde alla stretta sui dazi imposta da Washington aumentando a sua volta le tariffe su circa 5mila prodotti provenienti dagli Stati Uniti.

    Lunedì 13 maggio Pechino ha annunciato nuovi dazi tra il 5 al 25 per cento sulle merci statunitensi: una mossa da 60 miliardi di dollari che arriva tre giorni dopo l’entrata in vigore delle nuove misure decise da Washington su 200 miliardi di dollari di beni prodotti in Cina.

    Intanto, proseguono i negoziati tra i due Paesi per arrivare a un accordo commerciale [tutti gli aggiornamenti].

    Secondo una nota della Commissione sulle tariffe doganali del Consiglio di Stato cinese, la stretta sui dazi decisa da Trump va “in contrasto rispetto al consenso delle parti per risolvere le divergenze commerciali attraverso consultazioni, ledendo gli interessi di entrambe le parti e non soddisfacendo l’aspettativa generale della comunità internazionale”.

    La decisione di Pechino di adeguare le tariffe sulle merci Usa viene definita una “risposta all’unilateralismo e al protezionismo” di Washington.

    Poche ore prima dell’annuncio dei dazi cinesi, Trump aveva esortato la controparte a non vendicarsi.  “La Cina non dovrebbe vendicarsi, peggiorerà solo le cose!”, ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti.

    La crescita del Pil statunitense del 3,2 per cento nel primo trimestre 2019, secondo Trump, “è stata notevolmente favorita dalle tariffe cinesi”. “Alcune persone semplicemente non capiscono!”, ha commentato, sempre su Twitter, il presidente.

    E ancora, in un altro messaggio Trump ha scritto: “Dico apertamente al presidente Xi (Xi Jinping, presidente della Cina, ndr) e a tutti i miei molti amici in Cina che la Cina sarà gravemente ferita se non si fa un accordo, perché le aziende saranno costrette a lasciare la Cina per altri paesi”.

    Pechino, tuttavia, non ha dato ascolto agli avvertimenti del presidente e ha optato per una reazione forte alla stretta sui dazi degli Usa: secondo i media statunitensi, le nuove tariffe cinesi dovrebbero scattare a partire dal primo giugno o entro tre settimane.

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