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    Cuba approva con un referendum il codice delle famiglie: le coppie omosessuali potranno sposarsi e adottare

    Di Piera Rocco
    Pubblicato il 26 Set. 2022 alle 17:20

    I cittadini cubani hanno votato ieri per approvare un nuovo codice della famiglia che avrebbe rimpiazzato quello istituito nel 1975. Quasi il 67% dei votanti ha approvato il nuovo testo che riconosce il matrimonio come l’unione di “due persone”, legalizzando così i matrimoni tra persone dello stesso sesso e il diritto delle coppie omosessuali all’adozione.

    Il “Codigo de las familias” che entrerà in vigore include anche importanti passi avanti sul tema della liberazione della donna. L’articolo 4 tutela il diritto alla “piena uguaglianza tra donne e uomini, l’equa distribuzione del tempo dedicato al lavoro domestico e alla cura tra tutti i membri della famiglia, senza sovraccaricare nessuno di loro, e il rispetto del diritto delle coppie di decidere se desiderano avere figli e il numero e il momento per farlo, riservandosi in ogni caso il diritto delle donne di decidere sul proprio corpo”. La nuova legge prevede anche misure di contrasto alla violenza domestica, che comprende, secondo il testo, “abusi verbali, fisici, psicologici, morali, sessuali, economici o patrimoniali, negligenza, incuria e abbandono, sia con azioni dirette che indirette o con omissioni”, rendendola un reato imprescrittibile. Inoltre la “patria potestà” è stata rimpiazza dalla “responsabilità genitoriale”.

    Con il voto di ieri a Cuba si è ampliato lo spettro di strutture familiari riconosciute dalla legge. Secondo l’articolo sulla “multiparentalità” può essere riconosciuto il legame di filiazione anche nei casi in cui l’adulto non condivide un legame biologico con il bambino ma, per le circostanze, se ne prende cura, di fatto assumendo il ruolo di genitore. Tale legame viene stabilito una volta “valutate tutte le circostanze concomitanti e sentito il parere della figlia o del figlio minorenne, in base alla sua maturità psicologica, alla sua capacità e alla sua autonomia progressiva nei casi opportuni”. Inoltre la surrogazione di gravidanza che non è a scopo di lucro viene riconosciuta in quanto “gestazione solidale”.

     

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