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    Elezioni Costa Rica, vince il centrosinistra: Carlos Alvarado presidente

    Carlos Alvarado, neo-presidente del Costa Rica. Credit: AFP PHOTO / Ezequiel BECERRA

    La campagna elettorale è stata dominata dalla questione dei diritti delle persone Lgbt e in particolare sul matrimonio tra persone dello stesso sesso

    Di Gianluigi Spinaci
    Pubblicato il 2 Apr. 2018 alle 13:25 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 11:09

    Il nuovo presidente del Costa Rica è Carlos Alvarado, candidato del Citizen’s Action Party (PAC), partito di centrosinistra.

    Al ballottaggio delle elezioni presidenziali, che si è tenuto il primo aprile 2018, ha raccolto il 60 per cento dei voti, a fronte del 39 per cento ottenuto dal suo avversario, il pastore evangelico Fabricio Alvarado, che ha ammesso la sconfitta.

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    Il ballottaggio si è reso necessario dopo che al primo turno, che si è svolto il 4 febbraio 2018, nessuno dei candidati era riuscito a raggiungere la soglia del 40 per cento, necessaria per aggiudicarsi la vittoria diretta.

    Al primo turno Fabricio Alvarado, 52 anni, si era aggiudicato il 24,8 per cento dei voti, mentre Carlos Alvarado, già ministro del lavoro del precedente governo, aveva ottenuto 21,8 per cento delle preferenze.

    La campagna elettorale è stata dominata dalla questione dei diritti delle persone Lgbt.

    In particolare, al centro del dibattito politico si è posto il tema del matrimonio tra persone dello stesso sesso, dopo che una sentenza della Corte interamericana dei diritti umani aveva stabilito che doveva essere riconosciuto in Costa Rica.

    Fabricio Alvarado si è apertamente schierato contro la sentenza, raccogliendo molte preferenze dagli elettori del Costa Rica, tradizionalmente conservatori.

    Carlos Alvarado, 38 anni, si propone come candidato vicino alle istanze dei giovani e promette un profondo rinnovamento all’interno del suo partito e nell’amministrazione del paese.

    Nel suo discorso di domenica, Fabricio Alvarado ha affermato che “non c’è niente di più progressista della difesa della vita e della famiglia”.

    Nonostante l’omonimia i due candidati non hanno alcun legame di parentela.

    Ora cercheranno di conquistare le preferenze di chi ha espresso il loro voto per gli altri 11 candidati che non sono arrivati ​​al secondo turno.

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