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    La Corte europea boccia la legge sulla “propaganda omosessuale” in Russia

    Una protesta contro i gay nel centro di Mosca. Credit: Maxim Zmeyev

    La norma vietava la promozione dell'omosessualità per i minori di 18 anni, ma è stata usata anche per arrestare attivisti gay

    Di TPI
    Pubblicato il 21 Giu. 2017 alle 10:46 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:02

    La Corte europea per i diritti umani ha stabilito martedì 20 giugno 2017 che la legge russa contro la “propaganda gay” è discriminatoria e incita all’omofobia.

    La norma, adottata nel 2013, vieta la promozione dell’omosessualità per i minori di 18 anni. Sulla base della legge, individui privati che si ritiene operino una “promozione del comportamento omosessuale tra minori” possono essere sottoposti a una multa fino a 5mila rubli (circa 75 euro).

    Ma la legge è stata utilizzata anche per vietare manifestazioni come il Gay Pride e arrestare membri della comunità Lgbt. Secondo i giudici di Strasburgo, in particolare, la Russia ha agito in modo discriminatorio contro tre attivisti gay che si sono opposti a questa norma.

    Per i giudici la legge “ha rinforzato lo stigma e il pregiudizio e incoraggiato l’omofobia”, violando l’articolo 10 (libertà di espressione) e l’articolo 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione europea dei diritti umani.

    In Russia l’omosessualità è stata depenalizzata nel 1993 ma il pregiudizio contro la comunità Lgbt è ancora alto. Negli scorsi mesi in Cecenia, una regione russa, almeno un centinaio di omosessuali sono stati arrestati e torturati dalle forze di polizia secondo quanto riportato dai media russi e da numerosi testimoni.

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