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    Spagna, documento dei medici: “Bisogna scegliere chi curare, priorità a chi ha più chance di salvarsi”

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 20 Mar. 2020 alle 09:05 Aggiornato il 20 Mar. 2020 alle 09:31

    Coronavirus, in Spagna i medici dovranno scegliere chi curare

    La pandemia non risparmia nessuno e in Spagna la crisi è alimentata anche da risorse limitate: per questo motivo è stato selezionato un criterio secondo il quale le persone con le migliori possibilità di sopravvivenza dovranno avere la priorità per essere ricoverate in unità di terapia intensiva. In un documento redatto dal gruppo di lavoro di bioetica della Società spagnola di Medici Intensiva, Critica e Unità Coronarie (Semicvuc), si legge: “Ammettere un ingresso può significare negarne uno a un’altra persona che potrebbe beneficiarne di più, quindi è necessario evitare il criterio dell’accesso in base agli arrivi”. Così la Spagna sta reagendo al Coronavirus.

    Coronavirus in Spagna: “Ammettere in terapia intensiva chi può massimizzare il beneficio comune”

    Il contenuto di questo documento è stato concordato con la Società spagnola di medicina interna (Semi) di cui dà conto il quotidiano El Mundo. Secondo gli intensivisti e gli internisti, in una situazione del genere, con una limitatezza delle risorse, è necessario “concordare una serie di criteri tecnici ed etici comuni”. Il primo è di ammettere in terapia intensiva chi può massimizzare il beneficio comune. “Nei pazienti critici con patologie critiche diverse dal Covid-19, dovrebbe essere data priorità a che ne beneficia maggiormente”. Di conseguenza, non sarà possibile ammettere “persone nelle quali è previsto un beneficio minimo (come situazioni di insufficienza multiorgano, rischio di morte calcolato da scale di gravità elevata o condizioni di fragilità avanzata)” e, inoltre, “valutare attentamente il beneficio dell’ammissione di pazienti con un’aspettativa di vita inferiore a due anni”. Per questo, propongono di utilizzare strumenti come quello noto nel campo medico del Necpal. Di fronte a due pazienti simili, “la persona con gli anni di vita più adeguati alla qualità dovrebbe essere prioritaria”, secondo gli indicatori che – scrivono gli autori del documento – combinano quantità e qualità della vita. In breve, di fronte a due pazienti con una condizione simile, la priorità deve essere data a coloro che offrono la massima qualità della speranza di vita.

    Come riporta El Mundo, il documento di raccomandazioni chiarisce che l’età del paziente “non dovrebbe in nessun caso essere l’unico elemento da considerare nelle strategie di ammissione al ricovero” e sollecita la valutazione del paziente “a livello globale, e non la malattia in modo isolato”. Ciò nonostante, aggiunge che nel caso delle persone anziane, un fattore da tenere in considerazione quando prendono le loro decisioni sul ricovero è “la sopravvivenza libera da disabilità”. Cioè, non solo sopravvive, ma a quali condizioni.

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