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    La mappa dei paesi dove le libertà civili sono davvero garantite

    Oltre il 40 per cento degli esseri umani vive in paesi in cui sono violati diritti fondamentali come la libertà di espressione e di riunione

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 27 Lug. 2017 alle 13:25 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:40

    Civicus è un’associazione sudafricana che promuove la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Questa organizzazione ha scoperto che, tra tutti i paesi delle Nazioni Unite più il Kosovo e la Palestina, solo il 3 per cento della popolazione mondiale vive in aree in cui sono davvero tutelati diritti civili come la libertà di espressione, di assemblea e di riunione. 

    Oltre il 40 per cento degli esseri umani si trova invece in paesi in cui tali libertà sono represse. L’associazione ha riunito i dati del proprio studio in una mappa interattiva. Qui è possibile esplorarla.

    In una scala che va da open, libera; narrowed, limitata; obstructed, ostacolata; repressed, repressa e closed, impedita; solo 26 su 195 paesi nel mondo tutelano davvero la possibilità di esprimersi e di riunirsi liberamente.

    Questi si trovano prevalentemente in Europa, che – con la sola eccezione di Ungheria, Bielorussia, Ucraina e Moldavia – ospita paesi in cui queste libertà non sono impedite.

    La prima categoria, che rappresenta poco più del 13 per cento degli stati del mondo, include soprattutto paesi del centro-nord Europa come Germania, Svizzera, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Irlanda, Islanda e tutti i paesi dell’area scandinava oltre a Portogallo, Estonia, Lettonia e alla Nuova Zelanda, in Oceania.

    I governi di questi paesi tutelano le libertà civili e tollerano le critiche provenienti dall’opinione pubblica, le forze dell’ordine proteggono i manifestanti, i contenuti on line non sono censurati e le leggi che regolano le assemblee pubbliche rispettano i diritti e le norme internazionali.

    Per quanto riguarda la lista dei paesi in cui la libertà di espressione è considerata “limitata”, questi rappresentano oltre il 32 per cento degli stati del mondo e includono l’Italia, gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, il Giappone, l’Australia, il Canada, l’Argentina, il Sud Africa e la maggior parte dell’Unione europea, esclusa l’Ungheria.

    In questa categoria rientrano quegli stati in cui le libertà di espressione e associazione sono garantite ma allo stesso tempo avvengono violazioni di questi diritti. Non sempre i governi di questi paesi concedono l’autorizzazione alle manifestazioni, si verificano violenze da parte della polizia e la libertà di stampa è assicurata ma allo stesso tempo regolamentata.

    Gli stati in cui queste libertà sono ostacolate invece, oltre il 25 per cento di quelli presenti nel mondo, si trovano principalmente in Africa, Asia e Sud America: si tratta per esempio dell’India, il Brasile o la Nigeria.

    Qui le libertà civili sono minacciate da una serie di vincoli legali e pratici che ne impediscono il pieno godimento. Le autorità ostacolano le attività delle associazioni a tutela dei diritti umani e i manifestanti rischiano reazioni violente da parte delle forze di polizia.

    La penultima categoria considerata in questo studio riguarda i paesi in cui la libertà di espressione e riunione viene repressa. In questa lista sono presenti stati come Messico, Cina, Russia, Turchia, Bielorussia, Egitto, Iraq, Algeria e Pakistan. Ben il 36 per cento della popolazione umana vive in questi paesi.

    Le autorità di questi stati non tollerano il dissenso e gli attivisti per i diritti umani rischiano intimidazioni, detenzioni e la morte. Il lavoro delle organizzazioni a tutela delle libertà civili è sistematicamente impedito e i manifestanti sono sottoposti a regolare violenza da parte delle forze dell’ordine.

    I paesi dove lo spazio civico è completamente impedito sono Arabia Saudita, Libia, Sudan, Sudan del Sud, Corea del Nord, Vietnam e Siria. Qui c’è una completa chiusura da parte delle autorità nei confronti delle associazioni e degli attivisti che promuovono i diritti umani. I governi e i loro apparati imprigionano, torturano e uccidono regolarmente gli oppositori e chiunque manifesti il proprio dissenso nei confronti del potere costituito.

    Credit: Civicus Monitor
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