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    Aerei militari cinesi sorvolano Taiwan per lanciare un segnale alla nuova amministrazione Biden

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 25 Gen. 2021 alle 11:31 Aggiornato il 27 Gen. 2021 alle 11:26

    A tre giorni dall‘insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca Pechino ha inviato 15 aerei, tra cui 12 get da combattimento, sullo stretto che divide la Cina continentale da Taiwan, uno spazio areo che entrambe le nazioni rivendicano. Lo ha denunciato il Ministro della Difesa: gli aerei avrebbero sorvolato l’isola nel fine settimana con l’intento di lanciare un segnale alla nuova amministrazione statunitense, che da sempre difende Taipei dalla pressione militare cinese e dai tentativi di annessione.

    Taiwan e la Cina rivendicano la zona di identificazione di difesa aerea, e già durante il 2020 l’isola ha denunciato almeno 38 incursioni da parte di “aerei cinesi”, accusando Pechino di invadere la zona di difesa che spetta alla sua amministrazione. “Gli Stati Uniti osservano con preoccupazione i tentativi in corso da parte della Repubblica Popolare cinese di intimidire i suoi vicini, inclusa Taiwan”.

    “Sollecitiamo Pechino a cessare le sue pressioni militari, diplomatiche ed economiche contro Taiwan e ad impegnarsi invece in un dialogo con i rappresentanti democraticamente eletti di Taiwan”, si legge nella nota inviata sabato dal dipartimento di Stato americano dopo le prime incursioni cinesi, che sono continuate anche domenica, mentre Biden attende che il Senato ratifichi la nomina di Antony Blinken a segretario di Stato Usa.

    Noi saremo schierati con amici e alleati per promuovere la nostra comune prosperità e sicurezza nell’area dell’Indo-Pacifico – e questo include un rafforzamento dei nostri legami con la democratica Taiwan”, continua il comunicato.

    La posizione della nuova presidenza targata Biden conferma la linea assunta da Washington sotto tutte le amministrazioni precedenti, democratiche e repubblicane, e cioè quella di non tollerare un’aggressione cinese a Taiwan, che Pechino considera una “provincia ribelle” destinata alla riunificazione. Ma al Pentagono temono che il riarmo cinese renda molto complicato, se non impossibile, difendere l’isola da un’invasione

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