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    Un’autobomba è esplosa in Libia contro le forze del generale Haftar

    Credit: Reuters

    In questi giorni il militare libico appoggiato dall'Egitto è impegnato nell'assedio della città di Derna, occupata da alcuni gruppi armati legati all'Isis

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 31 Ago. 2017 alle 20:01 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 09:20

    Almeno quattro soldati fedeli al governo di Tobruk, e quindi agli ordini del comandante libico Khalifa Haftar, sono stati uccisi quando un’autobomba è esplosa presso un checkpoint nella zona di Nawfiliya, in Libia.

    L’area di Nawfiliya (come da mappa qui sotto) si trova nella Libia centrale, tra Sirte e Bengasi. Altri otto militari sono rimasti feriti nell’attacco.

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    L’esercito nazionale libico guidato da Haftar è uno delle milizie più potenti che operano nel paese nord africano, dove le fazioni politiche rivali e i loro sostenitori armati si battono per ottenere il controllo del territorio fin dalla caduta dell’ex dittatore Muammar Gheddafi ucciso durante le rivolte del 2011.

    Al momento nessun portavoce dell’esercito nazionale libico ha confermato la morte dei due militari. Le forze di Haftar stanno combattendo contro i miliziani del sedicente Stato Islamico e altre milizie paramilitari che operano nell’area della città di Bengasi.

    In questi giorni gli uomini di Haftar sono impegnati nell’assedio della città di Derna, occupata da alcuni gruppi armati legati all’Isis e ai trafficanti di esseri umani.

    La città di Nawfiliya si trova a 80 chilometri da Ras Lanuf, la zona più ricca di petrolio della Libia. Ras Lanuf infatti è uno dei principali terminal petroliferi libici. In quest’area diversi comandanti militari sono vicini al sedicente Stato Islamico.

    Uomo forte della Cirenaica ed ex braccio destro di Gheddafi, Haftar ha vissuto in esilio negli Stati Uniti per vent’anni ed è rientrato in Libia solo nel 2011. Oggi guida l’esercito nazionale libico, che sostiene il governo di Tobruk, appoggiato da Egitto ed Emirati Arabi Uniti.

    Quest’ultimo si contrappone al governo di unità nazionale in Libia guidato da Fayez al-Sarraj e sponsorizzato dalle Nazioni Unite.

    Haftar ha intrapreso la propria carriera militare e si è diplomato all’Accademia di Bengasi. Quindi ha proseguito i suoi studi di tattica militare in Egitto e Unione Sovietica.

    Il suo primo passo da giovane ufficiale è stato quello di schierarsi con Muammar Gheddafi nel golpe che lo portò al potere nel 1969, rovesciando re Idris.

    Durante la guerra dello Yom Kippur, guidò le truppe libiche in appoggio alla coalizione di paesi arabi impegnati nel tentativo di respingere la controffensiva israeliana nel Sinai, dopo l’attacco a sorpresa di Egitto e Siria nell’ottobre del 1973.

    Nel 1986, l’allora colonnello Haftar comandò le truppe libiche nell’offensiva contro il Ciad, in una guerra che durava già da circa un decennio. Sconfitto e fatto prigioniero nella battaglia per il controllo della Striscia di Auozu, il militare venne abbandonato da Gheddafi, che lo destituì dal comando e ne chiese il processo per tradimento.

    Aiutato dai servizi segreti degli Stati Uniti, il colonnello scappò in Repubblica Democratica del Congo e poi in Kenya, dove militò in diversi gruppi anti-Gheddafi.

    Infine, ottenne il visto statunitense e, attorno al 1990, si trasferì in Virginia, a Falls Church, una cittadina di 13 mila abitanti alla periferia di Washington. Gheddafi reagì alla notizia emettendo nei suoi confronti una condanna a morte per alto tradimento.

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