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    “Mi è sembrato di rivivere il terrore del Bataclan”: la testimonianza di un italiano a Vienna

    Credit: ANSA
    Di Elisa Serafini
    Pubblicato il 3 Nov. 2020 alle 12:20

    “Sono passato a pochi metri dalla Sinagoga: mi è sembrato di rivivere il terrore del Bataclan di Parigi”. Antonio Stango è un politologo, presidente della Federazione Italiana Diritti Umani, organizzazione noprofit che si occupa di promozione dei diritti civili e umani. Si trova a Vienna per lavoro, dove si è consumato l’attentato che ha provocato quattro morti nei pressi della Sinagoga.
    Dottor Stango, lei ha frequentato la zona della Sinagoga in questi giorni?
    In questi giorni sono stato spesso nella zona della Sinagoga, nella libreria ebraica, in tutta l’area che è stata epicentro degli attentati terroristici, anche perché il mio hotel è proprio in questa zona.

    Come ha vissuto il momento dell’attentato?
    Ho sentito sirene durante la notte, Vienna si è bloccata completamente, la polizia ha chiesto a tutti di rimanere dove si trovavano. Io ero in una riunione in un altro distretto e siamo rimasti tutta la notte lì. Durante la notte era impossibile muoversi e sono rientrato in hotel questa mattina.
    Come si è “svegliata” la città di Vienna questa mattina?
    La mattina ho visto che la metro ha ricominciato a funzionare, con molta presenza di polizia armata. Questo mi ha ricordato l’esperienza vissuta il 13 novembre 2015 perché in quel periodo vivevo a pochi passi dal Bataclan di Parigi. Ho rivissuto la stessa condizione: una città spettrale e la presa della polizia. La zona intorno alla Sinagoga è transennata, così come alcune delle vie adiacenti. Questo riguarda anche la zona dei monumenti storici: la zona del Duomo, in particolare, un luogo simbolo potrebbe essere un target.

    Vede delle analogie tra i due attentati?
    Fortunatamente questa volta il numero delle vittime è molto minore perché i terroristi non hanno colpito sparando alla cieca colpendo il pubblico nel teatro. Vienna non ha le dimensione di Parigi, è un dato da tenere presente: è una città che la polizia può controllare più facilmente. Però c’è una presenza rilevante di persone che sono state schedate come simpatizzanti dell’Isis. Nel dicembre di 2 anni fa furono arrestati a Vienna 3 ceceni con l’accusa di preparare un attacco contro i mercatini di natale, come era avvenuto a Strasburgo. C’è una presenza che di solito non emerge ma che è in qualche misura nota alle forze di polizia di islamisti radicalizzati.

    I terroristi potevano avere obiettivi simili a quelli di Parigi?
    Ieri sera tutti i caffè di Vienna erano pieni di persone, poiché si trattava del giorno precedente all’inizio del nuovo coprifuoco. Questo mi fa pensare che i terroristi forse non avessero ben chiaro il loro obiettivo, perché avrebbero avuto molte più vittime se avessero attaccato i caffè della zona centrale.
    Un tema di antisemitismo?
    Il fatto che l’epicentro delle azioni sia stato proprio presso la Sinagoga può farlo pensare. Anche perché ci sono diverse testimonianze di ebraismo per cui potrebbe effettivamente essere, ma non è dato saperlo con certezza. Anche l’orario è strano, le 8 di sera quando chiaramente e anche il centro culturale, libreria ebraica erano chiusi. Ma rimane il fatto che questo è avvenuto lì. Ci vorrà tempo per capire quale fosse l’idea delle menti.

    Com’è la situazione in questo momento? È possibile uscire?
    Da oggi fino al 30 novembre non sarà possibile ospitare persone negli hotel se non per alcuni motivi. Quasi tutti gli hotel chiuderanno, si può uscire ma molte vie sono bloccate e transennate, la metro funziona anche in centro, luogo dove si sono schierate polizia e ambulanze durante la notte perché vicina agli episodi di terrorismo. Io tornerò in Italia questa sera.

    Leggi anche: 1. Attacco terroristico a Vienna, 4 morti. Ministro dell’Interno: “Identificato l’attentatore. Era un 20enne austriaco simpatizzante dell’Isis” / 2. Attentato a Vienna, i video degli spari nel cuore della città ripresi dai cittadini

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