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    Alexandria Ocasio Cortez: “Sono stati due anni di stress. Per il mio partito ero il nemico. Se continua così non resterò in politica”

    Alexandria Ocasio Cortez. Credits: Facebook

    Il personaggio più popolare del Partito Democratico americano commenta i risultati delle Elezioni in Usa e le sfide che attendono l'amministrazione guidata da Joe Biden, da cui dipenderà anche il suo futuro nel Congresso

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 10 Nov. 2020 alle 19:45 Aggiornato il 10 Nov. 2020 alle 23:43

    Alexandria Ocasio Cortez: “Nel partito divisioni interne”

    Il volto più giovane e social del Partito Democratico statunitense Alexandria Ocasio Cortez ha commentato i risultati delle Elezioni in Usa  in un’intervista al New York Times. Dopo una campagna elettorale in cui ha utilizzato l’enorme visibilità di cui gode per appoggiare il candidato Joe Biden –  dopo che quest’ultimo ha battuto alle primarie il socialista Bernie Sanders, di cui Cortez era sostenitrice – la deputata 31enne crede che sia arrivato il momento di fare i conti con le divisioni interne al partito, da cui dipenderà anche il suo futuro in Congresso. Per la giovane rappresentante della Camera il punto più importante della sconfitta di Donald Trump è che il Paese “non è più in caduta libera verso l’inferno“, ma non è certa che sarà in grado di riprendersi.

    “Sappiamo che il razzismo è un problema, ed evitare la discussione su questo non ci aiuterà a risolvere le questioni elettorali. Al tempo stesso, però, abbiamo anche imparato che le politiche progressiste non danneggiano i candidati: tutti coloro che hanno co-sponsorizzato Medicare for All in un distretto in bilico hanno mantenuto il loro seggio. Anche co-sponsorizzare il Green New Deal non è stato una zavorra per il partito”, ha affermato nell’intervista. Per Ocasio Cortez sarà importante “il modo con il quale il partito affronterà l’aspetto del razzismo a livello interno”.

    “Prima ancora di avere numeri certi, c’era già chi puntava il dito dicendo che era tutta colpa dei progressisti e del Movimento Black Lives Matter“, ha dichiarato l’attivista nata nel Bronx da genitori di origini portoricane, preoccupata per le percentuali ancora elevatissime di cui Trump gode tra l’elettorato bianco. “Se continuiamo a perdere percentuali dell’elettorato bianco permettendo nel frattempo a Facebook di radicalizzare sempre più elementi di questo elettorato, le persone e i giovani di colore non saranno sufficienti dal punto di vista numerico a contrastare tutto ciò”. Per questo ha bisogno che i suoi colleghi “capiscano che la loro base non è il nemico”. “Se continueranno ad andare dietro alla cosa sbagliata finiranno con il decretare la loro stessa obsolescenza”, ha aggiunto Ocasio Cortez.

    La giovane deputata ha affermato di non poter prevedere quanto l’amministrazione Biden si aprirà verso la sinistra, ma anche che “la storia del partito tende a essere sempre la stessa”, e cioè “entusiasmarsi per la base” che permette di essere eletti, ma abbandonare subito dopo quella stessa comunità. Infine, Ocasio Cortez ha espresso le sue perplessità sulla possibilità di restare in politica candidandosi in Senato tra due anni. Dipenderà dalla “risposta del partito”, perché gli ultimi due anni sono stati “infelici” a causa delle tensioni interne. “Il clima è stato estremamente ostile nei riguardi di qualsiasi cosa fosse vagamente progressista. Nei primi sei mesi del mio mandato non sapevo neppure se quest’anno mi sarei ricandidata”, ha confessato. “Per lo stress, l’aggressività, la mancanza di sostegno da parte del tuo stesso partito. Perché è il tuo stesso partito a pensare che sei il nemico. Ho scelto di ricandidarmi perché ho sentito di dover dimostrare che io faccio sul serio. Ma sono molto sincera anche quando dico che le probabilità che io mi candidi a una carica più alta o me ne vada altrove sono quasi le stesse”, ha concluso Ocasio Cortez.

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