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    Padri e figli – Mosul: cronache dal fronte

    Il diario di Amedeo Ricucci su TPI, che racconta l’offensiva per cacciare l’Isis da Mosul e Raqqa

    Di Amedeo Ricucci, Inviato RAI
    Pubblicato il 23 Nov. 2016 alle 19:02 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:59

    Torno a casa. Stanco, ma non per la fatica. Più che altro per la consapevolezza, non nuova ma sempre amara, che per il mondo assurdo dei mass media questa guerra – come tutte le guerre – è nata orfana e non farà figli.

    Non ha cause, cioè, e non produce effetti. Cosa che non è affatto vera.

    Per due settimana c’è stata infatti un’ampia “copertura” di quanto andava succedendo in Iraq, tutta incentrata però sull’eroica avanzata dei peshmerga e dell’esercito iracheno – che avrebbe portato alla disfatta dell’Isis in poco tempo.

    Non è andata così. Ma nessuno si è scomposto e l’Iraq è passato dalla prima alla sesta pagina, per via delle elezioni negli Usa e poi, qui in Italia, a causa del referendum. In pochi inoltre hanno rinunciato in questi giorni ai titoloni ad effetto – “Siamo a Mosul, no quasi” – e ancor meno sono quelli che hanno provato ad approfondire le questioni chiave.

    Mi limito ad elencarne qualcuna, per sommi capi, come si addice alle riflessioni disordinate che si fanno in aereo:

    1) quale prezzo si è disposti a pagare per far sloggiare l’Isis da Mosul? Per ora la resistenza dei suoi miliziani è accanita, più del previsto, e a pagarne le spese sono soprattutto i civili. E allora mi chiedo: quando tutto sarà finito – ma serviranno mesi, direi – chi sarà in grado di garantire un accordo politico che faciliti la riconciliazione nazionale in un’area sunnita che sarà occupata da forze sciite?

    2) siamo sicuri che la cacciata da Mosul significhi la fine dell’Isis in Iraq? Stando a quanto succede oggi – a Baghdad e non solo – si direbbe di no. Eppure si tratta di un nodo su cui prima o poi bisognerà concentrarsi.

    3) quale Iraq potrà nascere dalla sconfitta dell’Isis? E quali nuovi rapporti si creeranno fa il Kurdistan iracheno e il resto del Paese? E Kirkuk, con i suoi pozzi di petrolio, di chi finirà in mano?

    4) last but not least, quali effetti avrà la battaglia per Mosul sulla guerra in Siria? Favorirà il regime di Assad oppure no? Avvantaggerà la causa curda, quanto meno nel Rojava, o gli interessi turchi prevarranno?

    Certo dopo Mosul sarà la volta di Raqqa. E qui tutti questi nodi verranno al pettine.

    Una cosa è certa. Da queste parti bisognerà tornare. E presto.

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