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    Dl Crescita, via libera allo “scivolo” che permette di andare in pensione 5 anni prima. Con quali requisiti?

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 28 Giu. 2019 alle 13:14 Aggiornato il 28 Giu. 2019 alle 13:20

    Pensioni scivolo 5 anni | Come funziona | Requisiti | Decreto Crescita

    Pensioni scivolo 5 anni | Tra le varie misure introdotte dal decreto Crescita, approvato a Palazzo Madama nella giornata di giovedì 27 giugno 2019, c’è una importante novità che riguarda le pensioni.

    Il Dl, ora convertito in legge, contiene infatti uno “scivolo” che permette, ai lavoratori in possesso di determinati requisiti, di anticipare la pensione di 5 anni. All’inizio del mese di giugno ad aver avanzato la proposta che mirava a fornire, dopo Quota 100, un nuovo strumento di anticipo previdenziale, erano stati i deputati Raphael Raduzzi (M5s) e Giulio Centemero (Lega) tramite la presentazione di un emendamento al Dl in commissione Bilancio e Finanze di Montecitorio; inizialmente, però, si era pensato a uno scivolo di 7 anni per la quiescenza, poi “ridotto” a 5.

    La novità contenuta nella norma, in sostanza, è rivolta a quelle aziende con un organico di più di mille dipendenti e con riorganizzazioni in corso e ha l’obiettivo di incentivare il turnover favorendo l’uscita per i lavoratori più anziani. Questi potranno essere licenziati con l’offerta, appunto, di “scivolare” direttamente verso la pensione con un anticipo di 5 anni rispetto alle tempistiche attualmente previste per l’accesso al trattamento previdenziale.

    Pensioni scivolo 5 anni | I requisiti

    Ma quali sono i requisiti? Chi può accedere allo “scivolo”? Hanno diritto a questa opzione quei lavoratori che si trovino a non più di 5 anni (quindi 60 mesi) dal maturare il diritto alla pensione di vecchiaia e che abbiano già maturato il requisito minimo contributivo. E per quanto riguarda l’indennità, questa verrà commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

    Lo scivolo è quindi a carico dell’azienda e potrà essere concesso anche tramite il ricorso ai fondi di solidarietà bilaterali – se già costituiti o in corso di costituzione – senza che si renda necessaria una modifica dei rispettivi statuti.

    Lo scivolo di 5 anni va a rientrare nel nuovo contratto di espansione, il quale andrà a sostituire quello il contratto di solidarietà espansiva. Come anticipato la norma si rivolge alle grandi imprese con più di mille unità di personale che sono in procinto di avviare processi di rinnovamento tecnologico, reindustrializzazione e riorganizzazione, e verrà introdotta in via sperimentale per il biennio 2019-2020. Prevista, infine, la possibilità di ridurre l’orario di lavoro per gli altri dipendenti, che allo stesso modo fornisce la possibilità all’azienda di procedere a nuove assunzioni.

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