Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Economia
  • Home » Economia

    Il prezzo della crisi: lo spread schizza a 241 punti, crolla la borsa di Milano

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 21 Lug. 2022 alle 10:06 Aggiornato il 21 Lug. 2022 alle 10:08

    Il prezzo della crisi: lo spread schizza a 241 punti, crolla la borsa di Milano

    Riprende a correre lo spread nel giorno in cui si attendono le dimissioni di Mario Draghi. La differenza tra i rendimenti di Btp e Bund è schizzato in apertura a 241,5 punti, dai 221 punti della chiusura di ieri.

    Lo spread tra i rendimenti sui titoli di stato decennali di Italia e Germania, uno dei dati più seguiti per misurare il rischio nell’eurozona, aveva raggiunto i minimi dopo le comunicazioni di Draghi ieri al Senato, in cui aveva aperto a una prosecuzione dell’esperienza di governo. Dopo l’inaspettata rottura del centrodestra di governo, che assieme al Movimento 5 stelle non ha preso parte al voto di fiducia, lo spread è balzato di 20 punti chiudendo ieri a 221 punti, 8 in più rispetto al giorno. A trainare la corsa dello spread, l’aumento del rendimento sul Btp decennali, salito al 3,70 percento dal 3,47 percento della chiusura di ieri, oltre il tasso dei titoli greci.

    Anche sul mercato azionario, gli effetti della crisi di governo si sono fatti sentire. Stamattina Piazza Affari  si è confermata la peggiore d’Europa, con un crollo del 2,23 percento, dopo il calo dell’1,60 percento di ieri, mentre le altre borse europee hanno aperto in territorio positivo.

    Oltre alla crisi di governo, gli occhi dei mercati in queste ore sono puntati su Francoforte, dove la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, dovrebbe annunciare il primo aumento dei tassi di riferimento in oltre dieci anni. Attesa anche per nuovi dettagli sul cosiddetto scudo anti-spread (“Transmission protection mechanism”), lo strumento che dovrebbe proteggere la stabilità dell’eurozona da aumenti eccessivi degli spread tra stati membri. Una proposta che rischia ancora una volta di dividere i paesi membri considerati più “rigoristi” da quelli del Sud Europa.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version