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    Flat tax e Irpef: come cambiano le aliquote con la ‘tassa piatta’

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 8 Mag. 2019 alle 21:27 Aggiornato il 9 Mag. 2019 alle 13:48

    FLAT TAX IRPEF – L’introduzione di una flat tax o di un sistema fiscale con due o poche aliquote rispetto a comporta inevitabilmente una variazione delle percentuali di tasse applicate per diversi livelli di reddito. L’Italia non fa eccezione. La riforma voluta dai partiti di centrodestra e soprattutto dalla Lega di Matteo Salvini, cominciata con la legge di Bilancio 2019 e con l’estensione del regime forfettario per le Partite Iva, prevede il superamento delle attuali aliquote Irpef, l’imposta sui redditi delle persone fisiche. Ecco cosa cambia.

    Flat tax Irpef

    La ‘flat tax’, che letteralmente significa ‘tassa piatta‘, dovrebbe indicare, in teoria, un sistema fiscale che applica la stessa tassazione, in termini di aliquote, a tutti i contribuenti, indipendentemente da quanto guadagnano. È dunque molto differente dai sistemi di tassazione progressiva, come quello italiano e di quasi tutti i Paesi occidentali, che differenziano le aliquote a seconda del livello di reddito dei contribuenti. In Italia l’Irpef viene applicata sulla base di cinque scaglioni che vanno dal 23 al 43%.

    Flat tax Irpef | Cosa cambia | Aliquote

    Oggi chi guadagna di meno versa al Fisco il 23%, in Italia ciò vale per i redditi fino a 15mila euro, ad esclusione della no tax area, che arriva a quota 8.174 euro. Per chi guadagna più di 75mila euro l’aliquota è del 43%.

    Per chi sceglie la flat tax, l’imposta sostitutiva, il regime forfettario fino a 65mila euro di fatturato, in vigore dal primo gennaio, l’aliquota unica è del 15%. Inoltre nella legge di Bilancio 2019 è stata prevista per il 2020 un’imposta sostitutiva del 20% per coloro che ottengono ricavi o compensi compresi tra 65mila e 100mila euro.

    Va precisato (come abbiamo già spiegato qui) che per calcolare l’imposta sostitutiva bisogna tener conto non solo del proprio reddito, del fatturato, dei compensi, ma anche del codice Ateco, codice identificativo alfanumerico della propria attività di riferimento. Il codice Ateco viene assegnato dalla Camera di Commercio all’apertura di una nuova attività e riguarda il proprio settore. Ogni settore ha un proprio coefficiente di redditività. Moltiplicando i ricavi o compensi lordi per il coefficiente di redditività si ottiene la base imponibile.

    Moltiplicando i ricavi o compensi lordi per il coefficiente di redditività si ottiene la base imponibile sulla quale, infine, calcolare l’imposta sostitutiva prevista.

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