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La tv spazzatura ha favorito il populismo e reso i bambini più stupidi

"Il ruolo della televisione nella vittoria dei populismi è legato all'intrattenimento, non alla diffusione di un messaggio politico"

Di Maria Elena Gottarelli
Pubblicato il 23 Lug. 2019 alle 20:48

“La televisione influisce sulle nostre scelte politiche anche quando non tratta direttamente di temi politici”. Lo rivela uno studio dell’American Economic Review, portato avanti da tre esperti di economia che dimostrano che, in Italia, la televisione ha giocato un ruolo fondamentale nell’avvento dei populismi, e lo ho fatto attraverso i programmi di intrattenimento e la pubblicità.

In altri termini, secondo questo studio la cosiddetta “tv spazzatura” sarebbe in grado di orientare il nostro sentire sociale, appiattendo senso critico e capacità di analisi. Il voto populista deriverebbe proprio da questo assopirsi delle nostre facoltà cognitive.

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Secondo Ruben Durante, Paolo Pinotti e Andrea Tesei, che hanno condotto la ricerca, si tratta di un fenomeno che affonda le sue radici nel passato, in particolare negli anni ’80, con l’affermarsi della RAI prima e l’avvento di Mediaset poi. In Italia, quegli anni furono segnati dalla rivoluzione dell’intrattenimento via cavo.

Fu decisivo il boom di Mediaset: negli anni ’90, 49 italiani su 50 lo guardavano, bambini compresi. Un gruppo di economisti si è chiesto se e come la diffusione più o meno rapida di Mediaset nelle diverse città del nostro Paese influisse sulla percezione politica degli abitanti.

Ne è emerso che laddove la tv spazzatura era più pervasiva, i leader populisti accumulavano più voti. “Il ruolo della televisione nella vittoria dei populismi è legato all’intrattenimento, non alla diffusione di un messaggio politico”.

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Ma c’è di più. Secondo Durante, la televisione avrebbe un effetto nefasto soprattutto sui bambini. Secondo lo studioso, i giovanissimi che passano un maggior numero di ore guardando Mediaset, crescono con capacità cognitive e senso civico molto meno sviluppati di quelli nati in aree in cui l’operatore televisivo si è diffuso più lentamente.

A confermare questa tesi è Benjamin Olken, professore presso l’Istituto di Tecnologia del Massachusetts, il quale ha affermato che “la TV influisce sulla politica anche quando non tratta direttamente di temi politici”.

In un altro studio pubblicato nel 2009 sull’American Economic Journal, prendendo in esame 606 villaggi diversi dell’isola indonesiana di Java, Olken ha dimostrato che maggiore è la diffusione di programmi via cavo minore è la partecipazione alla vita collettiva. L’esperto conclude che il senso civico si atrofizza drasticamente con il consumo di tv spazzatura.

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