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    Vaticano, svolta nel caso Becciu: arrestata la consulente Cecilia Marogna

    A sinistra Cecilia Marogna, a destra il cardianale Becciu

    Avrebbe ricevuto bonifici per mezzo milione di euro tramite una società slovena. Circa la metà sarebbero dei soldi stati spesi in ristoranti, vestiti e accessori di lusso

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 14 Ott. 2020 alle 08:06 Aggiornato il 14 Ott. 2020 alle 08:11

    È stata arrestata dalla Guardia di Finanza a Milano Cecilia Marogna, consulente di relazioni diplomatiche legata al cardinale Angelo Becciu e coinvolta nello scandalo finanziario che investe il Vaticano. Marogna è stata arrestata su mandato di cattura internazionale emesso dal Vaticano ed eseguito tramite Interpol dalle fiamme gialle di Milano. È accusata di peculato per distrazione dei beni. Per lei inizierà ora la procedura di estradizione.

    La 39enne cagliaritana, esperta di relazioni diplomatiche, avrebbe ricevuto bonifici per mezzo milione di euro per le sue consulenze alla Segreteria di Stato, quando il cardinale Angelo Becciu era Sostituto. Dei 500mila euro però, circa la metà sarebbero stati spesi in ristoranti, vestiti e accessori di lusso.

    Come lei stessa ha raccontato qualche giorno fa in un’intervista al Corriere della sera, Cecilia Marogna ha conosciuto Angelo Becciu nel 2015, quando il cardinale era Sostituto alla Segreteria di Stato vaticana. “Gli ho scritto una mail, era il 2015, per capire se le mie analisi fossero corrette, e quali fossero i problemi di sicurezza delle Nunziature e delle Missioni vaticane in contesti pericolosi. Mi ha ricevuto a Roma in Segreteria di Stato, doveva essere un colloquio di 20 minuti ma è durato un’ora e mezzo”.

    Secondo il suo racconto, in Vaticano “mancava una diplomazia parallela” nei Paesi nordafricani e mediorientali. “Io sapevo cosa fare e come muovermi  anche per ridurre i pericoli derivanti alle Nunziature dalle cellule terroristiche presenti in quei Paesi”, sostiene la consulente. Lo stanziamento a suo favore, ha spiegato nell’intervista, era di “500mila su 4 anni e incluso il compenso, i viaggi, le consulenze uscite da quel conto, situazioni da gestire in varie aree”.

    Marogna avrebbe ricevuto il denaro in diverse tranche sul conto corrente della Logsic, società con sede a Lubiana, in Slovenia, di cui è amministratrice. I versamenti sarebbero tutti con la causale “contributo per missione umanitaria”. In merito alle indiscrezioni, secondo le quali il denaro ricevuto sarebbe stato speso in borse di grandi marchi e in shopping di lusso Marogna aveva replicato: “Magari la borsetta era per la moglie di un amico nigeriano in grado di dialogare con il Presidente del Burkina Faso”.

    Il nome di Cecilia Marogna era circolato la scorsa settimana, dopo le dichiarazioni del “pentito” della Segreteria di Stato, monsignor Alberto Perlasca. In un’altra intervista, rispondendo alle ragioni per cui la sua figura è stata tirata in ballo, Marogna ha dichiarato: “A questo punto mi considero un pacco bomba. Inizialmente potevo essere funzionale per spostare l’attenzione dallo scandalo londinese. Da “benefit” sono divenuta un boomerang, un oggetto di contesa per vicende esterne alle mura vaticane. I grossi interessi girano lì, i bonifici a me sono piccole cose nell’ambito di uno scontro di potere molto più ampio, che ha già visto cadere molte teste e che è solo iniziato, tra le fazioni che si oppongono a Papa Francesco”.

    Il cardinale Becciu, tramite il suo legale, Fabio Viglione ha precisato che i contatti con lei attenevano “esclusivamente questioni istituzionali” annunciando anche possibili querele.

    Leggi anche: Scandalo in Vaticano: “Bonifici di Becciu agli accusatori nel processo per pedofilia a Pell”

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