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    Trivulzio, Azzoni: “Ringrazio il Sindaco Sala, al PAT chiedo trasparenza sui tamponi effettuati”

    L'ingresso del Pio Albergo Trivulzio, l'istituto gerontologico di Milano, dove si sono registrati numerosi casi de decesso fra gli ospiti a causa della diffusione del Coronavirus. Milano 7 Aprile 2020. ANSA / MATTEO BAZZI

    Il portavoce del Comitato Giustizia e Verità per le vittime del Trivulzio ha ricevuto una telefonata di solidarietà da Palazzo Marino, ma anche i primi risultati dei test sugli ospiti, nella maggior parte dei casi positivi

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 22 Apr. 2020 alle 08:03 Aggiornato il 22 Apr. 2020 alle 09:43

    Alessandro Azzoni, portavoce del Comitato Giustizia e Verità per le vittime del Trivulzio, ringrazia il Sindaco Giuseppe Sala per la vicinanza dimostrata e chiede trasparenza sui test. “Siamo contenti che il sindaco Beppe Sala ci abbia telefonato per esprime la sua vicinanza ai parenti delle vittime del Pio Albergo Trivulzio”, afferma Azzoni. “Siamo grati al Sindaco per aver ascoltato e compreso il nostro grido d’allarme per quanto sta accadendo e siamo convinti che il suo ruolo istituzionale sia fondamentale per ottenere verità e giustizia su questa triste vicenda. Inoltre, riteniamo molto positivo che oggi in Consiglio Regionale un gruppo di consiglieri abbia avanzato un’interrogazione urgente al presidente Fontana per chiedere trasparenza su quando accade alla Baggina per sapere i numeri su: presenze ospiti, tamponi effettuati, pazienti positivi al Covid19, decessi, personale sanitario in servizio e ovviamente sulle condizioni di salute di degenti, medici e infermieri”.

    “Da ieri, infatti, alcuni parenti del Trivulzio hanno iniziato a ricevere l’esito dei test del virus effettuati sui loro cari: purtroppo, come temevamo, nella maggior parte dei casi si tratta di esito positivo. Chiediamo, dunque, che il PAT provveda a rendere pubblici i dati sugli esiti dei test in corso”. “Appare, infatti, necessario avviare al più presto indagini epidemiologiche, per accertare se i livelli di contagio riscontrati all’interno della struttura siano anomali. Il PAT è solo la punta dell’iceberg del disastro in atto nelle 700 Residenze Sanitarie Assistenziali della Lombardia. Finora l’Istituto Superiore di Sanità ha diramato i dati relativi al 33% delle RSA italiane, dai quali risulta che sono 7 mila gli anziani deceduti. Un dato agghiacciante che si somma a quello rilevato dai NAS e riportato dalla stampa: il 20% di queste strutture sono fuori norma. Significa che una RSA ogni cinque non è in grado di assicurare cure appropriate ai suoi ospiti. A chi interessa la vita dei nostri anziani? Noi aspettiamo ancora risposte”, conclude Alessandro Azzoni.

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