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    Trieste, una settimana fa i due poliziotti uccisi avevano salvato un minore dal suicidio: la rivelazione del Questore

    A renderlo noto è stato il questore Giuseppe Petronzi in una breve intervista al TgR Friuli Venezia Giulia

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 6 Ott. 2019 alle 12:35

    Trieste, poliziotti uccisi avevano salvato un minore dal suicidio

    Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due poliziotti uccisi a Trieste, una settimana fa avevano dissuaso un minorenne dal suicidarsi. A renderlo noto è stato il questore Giuseppe Petronzi in una breve intervista al TgR Friuli Venezia Giulia.

    Al giornalista Antonio Di Bartolomeo, Petronzi ha rivelato l’intervento che, all’epoca, proprio per la delicatezza del fatto, non era stato reso noto.

    Petronzi ha raccontato della segnalazione di un ragazzo su un ponte impegnato in “un’azione inequivocabilmente” tesa a compiere un gesto estremo e che Rotta e Demenego “sono stati estremamente reattivi” manifestando nei confronti del quindicenne una “estrema delicatezza”. Dapprima gli hanno parlato poi sono riusciti ad avvicinarlo e a dissuaderlo.

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    Uno dei due fratelli in mattinata ha compiuto il furto di uno scooter. La sparatoria in Questura di Trieste è avvenuta poco prima delle 17.

    Precisamente a compiere il furto in mattinata è stato Alejandro Augusto Stephan Meran, 29 anni. Subito dopo il gesto il 29enne si è pentito e ha chiamato il fratello, Carlysle Stephan Meran, di 32 anni.

    Questa la ricostruzione.

    Carlysle Stephan chiama la polizia. Sul posto arriva una Volante con due agenti a bordo e un’auto della Squadra Mobile. I due fratelli dominicani salgono sulla prima vettura. L’altra auto li segue a distanza, un po’ più indietro a causa del traffico.

    Sembra un’operazione di routine, senza particolari difficoltà per i poliziotti.

    I quattro a bordo della Volante entrano in Questura. Tutto sembra sotto controllo. Ma dopo pochi minuti i due fratelli originari della Repubblica Dominicana seminano il terrore e interrompono due vite.

    Alejandro, affetto da difficoltà psichiche, chiede di andare in bagno. Gli agenti lo accompagnano. All’improvviso lui ingaggia una colluttazione. Nello scontro riesce a sottrarre le pistole ad entrambi i poliziotti che poi ha ucciso. Al primo che lo ha accompagnato in bagno e poi all’altro.

    Come riferito dalla Questura di tratta di spari “a bruciapelo”. Un’azione fulminea che non lascia ai poliziotti la possibilità di difendersi. A terra restano due agenti, morti in un corridoio della Questura dove lavoravano.

    Il fratello Carlysle fugge intanto nei sotterranei. Alejandro tenta invece una fuga disperata. Esce dalla Questura, ferisce un piantone, tenta di entrare in un’auto della stessa polizia. Ma fuori ci sono gli agenti della Mobile, che intanto era sopraggiunta. I poliziotti sparano, lo feriscono e lo immobilizzano.

    I due fratelli originari della Repubblica Dominicana autori della sparatoria – ha spiegato la Questura di Trieste in una nota – erano stati accompagnati in Questura da personale delle Volanti dopo “un’attività di ricerca del responsabile della rapina di uno scooter avvenuta nelle prime ore del mattino”.

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    “Per motivi in fase di accertamento uno dei due ha distolto l’attenzione degli agenti ed ha esploso a bruciapelo più colpi verso di loro. Entrambi hanno tentato di fuggire dalla Questura, ma sono stati fermati”.

    Un poliziotto è rimasto ferito. Si tratta dell’assistente capo coordinatore Cristiano Resmini.

    Alejandro Augusto Stephan Meran come il fratello non aveva precedenti e non era segnalato come soggetto pericoloso.

    Resta da chiarire come abbia potuto sfilare le pistole al poliziotto che lo accompagnava in bagno. Alla scena non hanno assistito testimoni e la zona non è coperta da telecamere.

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