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    Si volta a guardare il “lato B” di una ragazza, falso cieco assoluto a processo per truffa: “Intascati 30mila euro in 4 anni”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 14 Apr. 2022 alle 10:27

    Un uomo torinese di 60 anni è finito sotto processo con l’accusa di essersi intascato 30mila euro in quattro anni di pensione d’invalidità fingendo di essere cieco assoluto. A tradirlo sarebbe stato lo sguardo verso il “lato B” di una ragazza incrociata per strada, intercettato dalla guardia di finanza che stava svolgendo un controllo. A partire da settembre 2014, quando gli era stata concessa l’invalidità, il 60enne era sempre uscito in compagnia del suo bastone, che lo aveva aiutato a camminare e superare gli ostacoli lungo il percorso. Ma a marzo del 2018 gli uomini della guardia di finanza hanno iniziato a pedinarlo per accertare la situazione e hanno notato che non vedente era in realtà capace di notare la bellezza di una ragazza.

    Secondo il pm, il torinese aveva dichiarato la condizione di “cieco assoluto“, presentando documentazione clinica che attestava “un quadro patologico non corrispondente al vero“, inducendo in errore la commissione medica per l’accertamento dello stato di invalidità civile dell’Asl Torino1. L’erogazione della pensione di invalidità civile con indennità di accompagnamento per un totale di 29mila 760 euro sarebbe stata pertanto intascata – secondo il pm Gianfranco Colace – “indebitamente”, ai danni dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

    Secondo la difesa “le accuse si basano su luoghi comuni“. “Il fatto che fosse in grado di fare la spesa o non avesse difficoltà a inserire le chiavi nella toppa, oppure che si accendesse la sigaretta e camminasse da solo, non sono elementi che contrastano con la sua invalidità visiva. Abbiamo sollevato alcune eccezioni e sicuramente produrremo tutte le consuelenze mediche che attestano la sua condizion”, ha spiegato l’avvocato che lo difende. La tesi è che il 60enne soffra di una malattia genetica che gli avrebbe provocato la riduzione progressiva della vista. “Ci sono attestazioni mediche che lo comprovano. Quello che probabilmente è stato ignorato dagli inquirenti è che non bisogna essere in una condizione di buio totale ovvero di non vedere proprio nulla, per essere dichiarati ciechi. Ci sono situazioni molto gravi, come questa, dove comunque residua un visione periferica seppur molto limitata, magari in un occhio solo. Esistono cioè diverse sfumature”, ha affermato l’avvocato. L’udienza si terrà il 25 maggio.

     

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