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    Strage Mottarone, gli zii del piccolo Eitan: “È un ostaggio, torni in Israele”

    Uno striscione appeso a Verbania per il piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla strage della funivia del Mottarone, il 28 maggio 2021. Credit: ANSA/TINO ROMANO
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 11 Ago. 2021 alle 18:12

    Strage Mottarone, gli zii del piccolo Eitan: “È un ostaggio, torni in Israele”

    Il piccolo Eitan Biran, unico sopravvissuto alla strage del Mottarone, potrebbe presto finire al centro di una disputa legale per la sua adozione, dopo che i suoi parenti israeliani hanno contestato l’affidamento al ramo italiano della famiglia.

    Il bimbo di cinque anni, che nella caduta della funivia del 23 maggio scorso ha perso il padre, la madre, il fratello di due anni e due bisnonni, attualmente si trova in Italia, affidato alla zia paterna, Aya Biran. I suoi zii israeliani invece ritengono che Eitan dovrebbe crescere in Israele e ricevere un’educazione ebraica.

    “Eitan è stato sottratto da una famiglia che non lo conosceva, che in precedenza non era stata a lui vicina in alcun modo”, è l’accusa lanciata dalla zia materna del bambino, Gali Peri, che tramite il suo legale ha avviato un procedimento per ottenere l’adozione di Eitan e portarlo in Israele.

    “Il diritto di Eitan è quello di avere una casa dove i suoi genitori volevano che crescesse; come ebreo in una scuola ebraica, e non in una scuola cattolica in Italia”, affermano gli zii israeliani, secondo i quali Eitan è tenuto “prigioniero”. Prima della tragedia, in cui sono morte 14 persone, Eitan viveva a Pavia, dove il padre Amit si era trasferito per studiare medicina assieme alla moglie e ai due figli.

    Gali Peri, sorella della madre Tal, sostiene che l’affidamento agli zii paterni sarebbe avvenuto maniera “scorretta”, mentre “dopo la tragedia, osservavamo la tradizionale settimana ebraica di lutto profondo”.

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