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    Negli ospedali servono medici, ma il MIUR rimanda ancora le graduatorie degli specializzandi

    Medici in reparto Credits: ANSA

    L'odissea dei 23mila medici specializzandi: pronti ad andare in corsia, ma bloccati dai ritardi delle assegnazioni. Mentre la sanità pubblica è al collasso per l'emergenza Covid

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 4 Dic. 2020 alle 14:12 Aggiornato il 4 Dic. 2020 alle 16:19

    È una never ending story quella dei medici specializzandi: a meno di un mese dal momento in cui dovranno andare in corsia, previsto per il 30 dicembre, non si sa ancora quale sarà il destino di oltre 23.000 medici. Ieri, 3 Dicembre, infatti, è slittata per l’ennesima volta la pubblicazione della graduatoria.

    Al contrario di quanto annunciato, non è stato dato il via alle assegnazioni e, dopo una giornata di polemiche, il MUR ha confermato che queste non avverranno prima del 15 dicembre. Il Ministro dell’Università Gaetano Manfredi ha detto che “è importante prima sistemare la questione dei ricorsi. Poi potremo emanare la graduatoria definitiva. Mi scuso per il disagio”.

     

     

    Ospedali in affanno, specializzandi parcheggiati

    In un periodo in cui il lavoro dei professionisti della salute è più che mai indispensabile per l’emergenza Covid, oltre 23mila medici sono stati tenuti in ostaggio per oltre due mesi. A causa di questi ritardi gli specializzandi non sanno in che città verranno assegnati, dunque non possono né affittare una casa, né prendere contatti con i loro primari. 

    “Con gli ospedali che gridano ‘aiuto, aiuto!’, noi abbiamo le mani legate. E i nostri colleghi che sono rimasti in reparto sono più oberati che mai”, racconta a TPI una giovane dottoressa che si appresta ad entrare in Chirurgia generale (se la graduatoria glielo consentirà).

    I motivi del ritardo

    La causa del ritardo da record è da ricercarsi nei numerosi ricorsi intentati nei confronti del bando, che escludeva alcuni di loro dalla valutazione di determinati titoli, al fine del raggiungimento del punteggio, come riporta una nota del ministero pubblicata il 5 ottobre. “È una situazione assolutamente inopportuna, che denota tutta la disorganizzazione del Mur”, ha detto a TPI Andrea Filippi segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn in un’intervista a Anna Ditta, “Senza motivi realmente fondati si è deciso di non pubblicare una graduatoria come autotutela rispetto ai ricorsi presentati da alcuni aspiranti specializzandi”.

    I problemi del bando

    Lo scorso luglio il ministero ha escluso la possibilità di valutazione di determinati titoli di carriera, ad esempio il voto di laurea, alcuni medici. In pratica, chi è già in possesso di un altro diploma di specializzazione o del diploma di formazione specifica per medico di medicina generale, chi è titolare di un contratto di formazione medica o chi è dipendente di strutture del Ssn.

    “Avendo compreso il proprio errore nel bando, il Mur ha commesso un altro sbaglio, decidendo di non pubblicare la graduatoria – sostiene la Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn – Ma il problema col bando è stato un errore del ministero, ed è giusto che se ne assuma la responsabilità. Avrebbero dovuto pubblicare ugualmente la graduatoria e ammettere in sovrannumero le persone che avessero vinto il ricorso, e che secondo me non arriveranno a un centinaio. Tanto più che in Italia mancano i medici specialisti”.

    “Pronti a scendere in piazza”

    I medici sono esasperati e pronti a scendere in piazza nei prossimi giorni, convergendo tutti a Roma in viale Trastevere o con proteste diffuse nelle diverse città. “Anche se al momento per il Covid non vengono autorizzate le manifestazioni, vogliamo far sentire la nostra voce”, dicono a TPI diversi specializzandi.

    I veri numeri: la carenza di medici fa paura

    Le graduatorie bloccate sono solo l’ultimo degli innumerevoli problemi che i medici specialisti si trovano ad affrontare. Già prima della pandemia, c’era un impasse nell’ingresso per le Scuole di specializzazione. Un “imbuto formativo” di laureati che non riescono ad acquisire una borsa di specializzazione, e non possono quindi proseguire il proprio percorso di formazione.

    Secondo la denuncia dell’Anaao Assomed, l’associazione dei medici e dirigenti sanitari italiani, esiste già una carenza di 6.225 medici specialisti rispetto al 2009, l’anno con il livello più alto di medici assunti nel Ssn. L’emergenza Covid-19, inoltre, renderà probabilmente necessaria la presenza di ulteriori 4mila specialisti a causa dell’attivazione di nuovi posti letto nelle struttura di Terapia intensiva e Sub-intensiva. Determinante è anche il numero dei medici “in fuga” dagli ospedali, che potrebbe aumentare grazie agli anticipi pensionistici (come Quota 100 e Opzione donna) e anche a causa del notevole stress psico-fisico subito dagli operatori sanitari per contrastare l’epidemia.

    Insomma, entro il 2023 potrebbero mancare all’appello nelle corsie d’ospedale circa 24mila medici specialisti: una carenza che rischia di essere una vera e propria bomba per il Sistema sanitario nazionale. Ma i medici pronti a iniziare la loro specializzazione dovranno ancora aspettare, almeno fino alla prossima puntata della “storia infinita”.

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