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    Napoli, manifestazione contro la camorra: c’è anche il figlio di un boss

    Credit: CESARE ABBATE/ Ansa
    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 5 Mag. 2019 alle 15:32 Aggiornato il 5 Mag. 2019 alle 16:30

    Il 5 maggio 2019 centinaia di persone sono scese per le strade di Napoli per manifestare contro la camorra dopo che una bambina è rimasta gravemente ferita in uno scontro a fuoco tra clan rivali il 3 maggio.

    I cittadini di Napoli si sono dati appuntamento alle 11 in piazza Nazionale per riunirsi sotto lo slogan “DisarmiAMO Napoli”. Tra i manifestanti c’è Antonio Piccirillo, figlio di un boss della città che si è schierato contro le sparatorie tra clan che continuano a verificarsi nel centro storico della città [chi è Antonio Piccirillo].

    “Amo mio padre, ma questo amore non può trasformarsi in stima”, è il messaggio di Piccirillo. “Invito tutti i figli di camorra a dissociarsi da questa cultura che non paga, è priva di etica e valori. La camorra è sempre stata ignobile”.

    Nel video di seguito le parole del giovane (a partire dal minuto 13’40”).

    Insieme al figlio del boss in piazza c’è anche Dario: “Ero un luogotenente di Piccirillo. Sono stato in galera, ho scontato la pena. Chiedo ai ragazzi come me di dissociarsi, di costruirsi una vita diversa”.

    Sparatoria Napoli: le condizioni di Noemi, la bambina ferita, restano gravi

    La manifestazione – Sono centinaia le persone che hanno manifestato per le strade di Napoli il 5 maggio tre giorni dopo l’agguato di camorra avvenuto in una zona popolare della città.

    Nello scontro a fuoco sono rimasti feriti il pregiudicato Salvatore Nurcaro, ricoverato in gravissime condizioni, una bimba di 4 anni (che rischia la vita) e sua nonna di 50 anni.

    Si tratta di una manifestazione spontanea, che raccoglie i partecipanti sotto lo slogan “DisarmiAMO Napoli” e che chiede “una risposta eccezionale” a quanto accaduto tre giorni prima in città.

    “Non é possibile che dopo tante sparatorie, dopo non solo i morti ma anche i tanti feriti innocenti non ci sia un presidio del territorio degno di un Paese civile”, affermano alcuni manifestanti.

    “Sparano alle cinque del pomeriggio tra i giardinetti e i bar, un mese dopo che aveva sparato davanti a un asilo. Che altro deve succedere?”.

    La sparatoria – Venerdì 3 maggio si è registrata una sparatoria in piazza Nazionale, a Napoli, a circa 3 chilometri da Piazza del Plebiscito poco dopo le 17.

    Nello scontro a fuoco tra esponenti di clan rivali sono rimaste ferite anche una bambina di 4 anni, ricoverata in gravi condizioni, e la nonna.

    Secondo quanto si legge nel comunicato pubblicato il giorno seguente dall’ospedale le condizioni della bambina sono molto gravi: “persiste una grave insufficienza respiratoria derivante dal danno polmonare” a causa del proiettile che ha perforato un polmone ed è stato poi rimosso durante un lungo intervento chirurgico.

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