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    Il virologo Guido Silvestri: “Il virus è stagionale, probabilmente tornerà a dicembre”

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 1 Giu. 2020 alle 13:18 Aggiornato il 1 Giu. 2020 alle 15:46

    Guido Silvestri: “Il virus è stagionale, probabilmente tornerà a dicembre”

    Nelle sue “pillole di ottimismo” quotidiane, il professor Guido Silvestri, virologo e professore alla Emory University di Atlanta, approfondisce oggi la questione della stagionalità del virus, sostenendo che – come gli altri virus respiratori – si tratta di un virus stagionale. Lo scienziato ricorda “la chiara stagionalità dei quattro coronavirus che sono endemici nella popolazione umana” ma anche che “SARS-CoV-1, l’agente responsabile della prima SARS, arrivò a novembre e sparì guarda caso, a giugno, mentre su MERS non ci si può pronunciare perché il virus non si è mai trasmesso con efficienza nella popolazione umana. Sono indizi certo, ma piuttosto forti”, sottolinea.

    “Il secondo elemento da considerare è che COVID-19 sembra essere meno letale dove fa più caldo, soprattutto se unito a bassa umidità relativa”, aggiunge Silvestri, che tuttavia precisa: “Nonostante l’ottimismo sia la “bandiera” di questa pagina, stavolta chiudo questo post con una nota di CAUTELA. L’altra faccia della medaglia della stagionalità, che oggi ci sorride aiutando a sbarazzarci da SARS-CoV-2, è la notevole possibilità che l’infezioni ritorni a fine autunno inizio inverno (direi dicembre, se dovessi fare una previsione) e si rimetta a causare infezioni più severe di oggi perché legate ad inoculi con cariche virali più elevate”. Lo scienziato aggiunge: “Ma ricordiamoci anche che se il virus tornasse a dicembre – cosa probabile ma non sicura – stavolta lo accoglieremo con un tridente potente di MONITORAGGIO, PREPARAZIONE, e MIGLIORI TERAPIE, in modo tale che mai si ripetano i disastri del marzo 2020”.

    Il virologo è intervenuto inoltre sulla polemica nata dopo le parole del professor Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e Rianimazione all’ospedale San Raffaele di Milano, che ha parlato del Covid-19 come di un virus che “dal punto di vista clinico, non esiste più“. Le sue frasi, in cui accusava anche alcuni esperti di “terrorizzare il Paese” hanno fatto scalpore e aperto un fronte di discussione in più tra gli scienziati italiani.

    “La bomba Zangrillo? Anche in questo caso mi attengo al principio di cercare di commentare il meno possibile sulle dichiarazioni pubbliche dei colleghi”, ha detto Silvestri all’Adnkronos. Tuttavia, “sull’aspetto specifico per cui Zangrillo mi chiama in causa, cioè l’osservazione che la carica virale nei tamponi naso-faringei positivi per Sars-CoV-2 è più bassa adesso che a inizio epidemia, si tratta di dati di laboratorio molto solidi e in corso di pubblicazione”, assicura il virologo.

     

    A proposito della “famosa previsione dei 150.000 ricoveri in terapia intensiva entro l’8 giugno”, su Facebook Silvestri scrive: “penso che sarebbe utile usare questa vicenda come un’opportunità per spiegare al pubblico, con onestà e umiltà, i limiti concettuali dei modelli epidemiologici, e i problemi che nascono nel caso ci siano punti deboli nei presupposti ‘biologici’ di tali modelli”. Infine, “sulle beghe ‘politiche’ tipicamente italiane che influenzano le valutazioni degli aspetti medico-scientifici di Sars-CoV-2 e Covid-19 – conclude Silvestri – ripeto una volta per tutte che mi interessano poco. In questa pagina si cerca solo di capire come stanno le cose usando il metodo e i dati della scienza”.

    “Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal professor Zangrillo”, aveva commentato Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico-scientifico, dopo le parole del professore del San Raffaele. “Basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo Coronavirus”.

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