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    In Italia servono medici specialisti, ma la graduatoria è bloccata: “Ritardo grava su ospedali”

    Credit: Ansa

    La graduatoria del concorso per le specializzazioni mediche, che doveva essere pubblicata il 5 ottobre, è bloccata a causa dei numerosi ricorsi dei partecipanti. E il ritardo rischia di gravare sugli ospedali

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 22 Ott. 2020 alle 15:08

    È passato un mese esatto dal giorno in cui oltre 22mila medici hanno partecipato al concorso per l’assegnazione di circa 14.500 borse di studio per le specializzazioni, bandito dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur). Ma della graduatoria, che sarebbe dovuta uscire lo scorso 5 ottobre, non c’è traccia. Così, in un momento in cui gli ospedali tornano ad essere sotto pressione a causa dell’aumento dei contagi da Covid-19 e il Sistema sanitario nazionale soffre per la mancanza di specialisti, migliaia di giovani professionisti attendono ancora di sapere se avranno la possibilità di specializzarsi o meno.

    Il ritardo – che è senza precedenti – è dovuto ai numerosi ricorsi intentati nei confronti del bando, che escludeva alcuni di loro dalla valutazione di determinati titoli, al fine del raggiungimento del punteggio, come riporta una nota del ministero pubblicata il 5 ottobre. “È una situazione assolutamente inopportuna, che denota tutta la disorganizzazione del Mur”, dice a TPI Andrea Filippi segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, “Senza motivi realmente fondati si è deciso di non pubblicare una graduatoria come autotutela rispetto ai ricorsi presentati da alcuni aspiranti specializzandi”.

    La questione del bando

    “A luglio il ministero ha commesso un gravissimo errore escludendo la possibilità di valutazione di determinati titoli di carriera, ad esempio il voto di laurea, alcuni medici”, spiega Filippi. “Ad esempio, chi è già in possesso di un altro diploma di specializzazione o del diploma di formazione specifica per medico di medicina generale, chi è titolare di un contratto di formazione medica o chi è dipendente di strutture del Ssn”.

    “Avendo compreso il proprio errore nel bando, il Mur ha commesso un altro sbaglio, decidendo di non pubblicare la graduatoria”, sostiene Filippi. “Ma il problema col bando è stato un errore del ministero, ed è giusto che se ne assuma la responsabilità. Avrebbero dovuto pubblicare ugualmente la graduatoria e ammettere in sovrannumero le persone che avessero vinto il ricorso, e che secondo me non arriveranno a un centinaio. Tanto più che in Italia mancano i medici specialisti”.

    “Invece oggi”, aggiunge il sindacalista, “il ministero sceglie di bloccare la graduatoria, paralizzando le Scuole di specializzazione e gli stessi aspiranti specializzandi, che stanno faticando da anni per entrare in questi corsi, e le loro famiglie, che devono sapere dove dovranno trasferirsi questi ragazzi per intraprendere il loro percorso, visto che la graduatoria è nazionale. Se una persona di Catania vince una borsa a Milano, avrà diritto di saperlo e organizzare per tempo la sua vita e le relative spese? Invece il ministero tutela se stesso invece di tutelare 23mila professionisti, le loro famiglie, le Scuole di specializzazione e le necessità del Ssn”.

    “La sentenza del Consiglio di Stato è attesa per il 25. Aspettiamo la graduatoria per il 26″, conclude Filippi, “altrimenti quel giorno saremo davanti al ministero con tutti gli aspiranti specializzandi, perché è davvero inaccettabile ciò che sta accadendo. Un ministero che sbaglia tutela i concorrenti, pubblicando la graduatoria e ammettendo i ricorrenti in sovrannumero, come è sempre successo”.

    L’imbuto formativo e la mancanza di specialisti

    Ogni anno sono in media circa 10mila gli studenti che conseguono la laurea in medicina, da quest’anno diventata abilitante alla professione, senza il necessario svolgimento del tirocinio post laurea. L’insufficiente numero di borse messo a disposizione del governo per le Scuole di specializzazione negli ultimi anni, ha creato tuttavia quello che viene definito “imbuto formativo” cioè la presenza di laureati che non riescono ad acquisire una borsa di specializzazione, e non possono quindi proseguire il proprio percorso di formazione.

    Al momento, secondo quanto denunciato alla fine di settembre dall’Anaao Assomed, l’associazione dei medici e dirigenti sanitari italiani, esiste già una carenza di 6.225 medici specialisti rispetto al 2009, l’anno con il livello più alto di medici assunti nel Ssn. L’emergenza Covid-19, inoltre, renderà probabilmente necessaria – sempre secondo l’Anaao – la presenza di ulteriori 4mila specialisti a causa dell’attivazione di nuovi posti letto nelle struttura di Terapia intensiva e Sub-intensiva.

    A incidere sulla questione è anche il numero dei medici “in fuga” dagli ospedali, che potrebbe aumentare grazie agli anticipi pensionistici (come Quota 100 e Opzione donna) e anche a causa del notevole stress psico-fisico subito dagli operatori sanitari per contrastare l’epidemia. Tenendo conto di questi dati, entro il 2023 potrebbero mancare all’appello nelle corsie d’ospedale circa 24mila medici specialisti: una carenza che determinerebbe un grave rischio per il Sistema sanitario nazionale.

    Il ministero: “Aggiornamenti il 26 ottobre”

    Lo scorso 13 ottobre al Mur si è tenuto un incontro tra i rappresentanti del ministero e le associazioni di categoria rappresentative dei medici in formazione specialistica. “Nel corso dell’incontro è stata fornito ampio riscontro circa la ragioni che hanno reso necessario il rinvio della pubblicazione della graduatoria, con contestuale indicazione ai candidati della data del 26 ottobre p.v. come data per la comunicazione di successivi aggiornamenti”, si legge nella nota del ministero.

    Tre giorni dopo il ministro Gaetano Manfredi ha assicurato in un’intervista a Tv2000 che “non ci sarà una lunga attesa” e che entro fine mese ci sarà la pubblicazione della graduatoria definitiva. “Stiamo attendendo una pronuncia del Consiglio di Stato e questo non impatta assolutamente su quello che sarà il percorso formativo di questi specializzandi perché era già previsto che l’iscrizione avvenisse il primo di dicembre”, ha detto. “Quindi non ci sarà alcun ritardo”.

    “Lo speriamo”, commenta a TPI Lucy Zaccaro, presidente Mus (Medici Uniti per la Salute). “Ma all’incontro lo staff del ministero aveva annunciato anche la pubblicazione di una sorta di roadmap, con cui avrebbe spiegato passo passo ciò che stava accadendo. Ed in effetti non è ancora uscita. Quindi non sappiamo quanto si possa ritenere plausibile la pubblicazione della graduatoria entro fine mese”.

    “Il problema”, prosegue Zaccaro, “è che il ritardo non grava solo sugli aspiranti specializzandi, ma anche sulla pandemia. Un conto è avere 14.500 medici specializzandi in più. Un conto è averne altrettanti ancora in attesa. Inoltre da questa graduatoria resteranno fuori circa 9mila persone, che in un momento come questo, con delle borse di specializzazione in più, potrebbero fare davvero la differenza”.

    “Della carenza di borse di specializzazione abbiamo parlato più volte, presentando una proposta di riforma ai ministeri della Salute e dell’Università”, dice la presidente di Mus, “ma finora non ci hanno dato ascolto. Piuttosto che stanziare delle borse di studio, abbiamo proposto di assumere tutti i medici che intendono specializzarsi, aumentando la rete formativa attraverso il ricorso agli ospedali territoriali, che sono in carenza d’organico, e non solo a quelli universitari. Con una maggiore possibilità di specializzazione eviteremmo anche che i giovani medici fuggano all’estero. Assumerli adesso è vitale”.

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