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    “Saman uccisa dallo zio con la complicità dei genitori per aver rifiutato il matrimonio combinato”

    Saman Abbas

    La testimonianza del fratello della 18enne pakistana scomparsa da oltre un mese in provincia di Reggio Emilia

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 3 Giu. 2021 alle 08:39

    Saman Abbas, la ragazza pakistana di 18 anni, scomparsa nel nulla a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nella notte dell’1 maggio dopo aver denunciato la famiglia che voleva costringerla a nozze combinate, sarebbe stata uccisa dallo zio Danish Hasnain, 33 anni, “l’esecutore materiale” del delitto, con la complicità “materiale e morale” dei genitori Shabbar, 46 anni, e Nazia Shaheen, 47.

    La famiglia è tornata d’urgenza in Pakistan, l’unico degli Abbas rimasto in Italia dopo la scomparsa di Saman è il fratello. Il padre della ragazza, Shabbar Abbas, intervistato dal Resto del Carlino sabato 29 maggio, aveva detto che “la figlia sta in Belgio” e che lui, nel rientrare in Italia “il 10 giugno”, avrebbe “chiarito tutto con i carabinieri” ma all’ aeroporto di Malpensa sono risultati solo i nomi di madre e padre. Il corpo della 18enne non è stato ancora ritrovato.

    La testimonianza del fratello

    La svolta sulle indagini sarebbe arrivata proprio dalla testimonianza del fratello 16enne, attualmente protetto probabilmente in una comunità nel Bolognese. Il minorenne avrebbe confermato le prime ricostruzioni delle procura, secondo le quali nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio Saman sarebbe stata portata in un campo dai genitori e lì immobilizzata e uccisa dallo zio. Il ragazzo avrebbe quindi confermato che la sorella è stata uccisa “per non aver accettato il matrimonio forzato con un cugino in Pakistan“.

    Saman uccisa dallo zio con la complicità dei genitori: i video

    Lo zio, con l’aiuto di due cugini, avrebbe fatto sparire il cadavere della nipote 18enne la sera del 29 aprile. È quanto emerge da un video delle telecamere di videosorveglianza che mostra i tre uomini mentre si dirigono con un sacco azzurro, due pale e un piede di porco verso i campi in cui lavoravano i famigliari di Saman. Ad accompagnare la giovane verso la morte sarebbero stati i genitori, nel secondo filmato in possesso dei carabinieri si vede la ragazza che s’incammina con padre e madre lungo un viottolo sterrato che corre parallelo alla strada provinciale che da Novellara va verso Guastalla e il Po, i genitori più tardi rientrano senza di lei nel casolare in cui abitano. Ad attendere Saman ci sarebbe stato lo zio che l’avrebbe uccisa.

    I prossimi interrogatori

    Secondo quanto riporta la Stampa, gli indagati per la morte di Saman Abbas sono sei: i genitori, lo zio, i due cugini e il fratello. I prossimi interrogatori saranno al fratello della vittima e a Ikram Ijaz, uno dei due cugini che avrebbe occultato il cadavere. Ijaz è stato arrestato a Nimes in Francia, mentre stava tentando di raggiungere senza documenti alcuni parenti in Spagna, e verrà sentito da un magistrato francese su richiesta della pm Laura Galli che sta coordinando le indagini dei carabinieri di Reggio Emilia.

    La comunità islamica

    Sulla vicenda di Saman Abbas si è espressa anche l’Ucoii (l’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia) che sul proprio sito internet ha fatto sapere che “emetterà – in concerto con l’Associazione Islamica degli Imam e delle Guide Religiose – una fatwa contro i matrimoni combinati forzati e l’altrettanto tribale usanza dell’infibulazione femminile“. “L’Ucoii respinge con forza questo tipo di concezione della condizione femminile e in generale della vita delle persone – si legge nella nota –. Sono comportamenti che non possono trovare alcuna giustificazione religiosa, quindi assolutamente da condannare, e ancor di più da prevenire”.

    I precedenti

    Le carte dicono che “nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio ci sarebbe stata una lite” tra Saman e i genitori. Questo perché la ragazza si “rifiutava di sposare il cugino in Pakistan” e padre e madre volevano “impedire l’allontanamento” come aveva già fatto nell’estate 2020, quando aveva raggiunto il Belgio. La ragazza chiese aiuto nel 2020 ai Servizi sociali rifiutando l’unione obbligata con il parente pakistano. Del fratello di Saman si sa che è stato sottoposto al divieto d’espatrio. E che è indagato per violenza privata in un altro procedimento penale, che risale a ottobre ed è pendente davanti al Tribunale dei Minori. Riguarda il primo allontanamento di Saman da casa, quello seguito alla richiesta d’aiuto della ragazza ai Servizi sociali. Lo riporta il Corriere della Sera.

    Leggi anche: 1. 18enne pakistana scomparsa dopo le nozze combinate: nuovi inquietanti dettagli in un video // 2. Il politologo Ricolfi: “La sinistra è schiava del politicamente corretto, protegge l’Islam per interessi elettorali”

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