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    Il gestore del San Calisto: “I ragazzi non ce la fanno più, contro gli assembramenti servono eventi culturali in ogni piazza”

    Marcello Forti, gestore del bar San Calisto di Roma
    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 21 Apr. 2021 alle 10:35 Aggiornato il 21 Apr. 2021 alle 22:05

    Roma, il gestore del San Calisto: “I ragazzi non ce la fanno più”

    Il bar San Calisto di Roma è un’istituzione per la capitale e per l’omonima piazza che sorge nel cuore di Trastevere. A gestirlo da 50 anni Marcello Forti, 75 anni, che in un’intervista al Corriere della Sera ha denunciato gli effetti delle chiusure sullo stato del quartiere. Il San Calisto rappresentava il cuore del divertimento dei giovani romani ora costretti a restare a casa. Per Forti “i ragazzi non ce la fanno più” e di sera, quando le saracinesche chiudono, si riversano dove possono con gli alcolici acquistati nei supermercati, nei vicoli fuori dal suo locale. Ma senza controllo aumentano le risse e gli assembramenti.

    Secondo Forti la piazza dovrebbe essere più controllata dalle forze dell’ordine, soprattutto dopo le 18. “Stanno tutt’insieme a centinaia, ubriachi, nelle stradine nascoste. E scoppiano risse. Così non usciamo più dalla pandemia“, osserva Marcello, e teme che il suo bar non torni più a lavorare a pieno ritmo, perché con gli assembramenti incontrollati il virus continuerà a circolare. Fino a febbraio del 2020 il San Calisto serviva caffè, birre, granite o alcolici dal mattino fino a tarda notte, animando le serate trasteverine.

    “Su questo bar vivono dieci famiglie. L’anno scorso ho anticipato la cassa integrazione ai dipendenti, ma quest’anno dopo oltre un anno e mezzo di lavoro dimezzato anch’io sono in difficoltà. I dipendenti hanno avuto pochissimo. Ringrazio lo Stato per i ristori che mi hanno aiutato, perché se dichiari tutto e sei in regola i ristori congrui arrivano. Ma ora ci devono sostenere per riaprire, perché se non lavoriamo non paghiamo le tasse e quindi lo Stato fallisce insieme a noi. Sono troppi i locali qui al rione che non riapriranno, vederli chiusi è un dolore”, dice Marcello.

    “Le istituzioni devono aumentare le offerte all’aria aperta, quindi dare spazio e possibilità a tutti quelli che hanno una buona idea”, continua, invitando a replicare iniziative come quelle del cinema in piazza ideata dai Ragazzi del Cinema America. “Se invece di un mese potessero lavorare tutta l’estate anche piazza San Cosimato sarebbe un luogo di attrazione. Allora, se un gruppo viene a piazza San Calisto, un altro va a piazza Trilussa e altri vanno nelle altre piazze, dove magari si organizzano concerti o ci sono altri bar con tavolini, la concentrazione di persone diminuisce”, osserva ancora Forti. “Sicuramente più offerte in piazze diverse aiutano molto, ma i controlli sono importanti”, conclude.

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