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    Roma, dodici migranti fuggono dal Centro di espulsione di Ponte Galeria

    Di Madi Ferrucci
    Pubblicato il 8 Lug. 2019 alle 10:36

    Roma, fuga di migranti dal Centro di espulsione di Ponte Galeria – Dodici migranti fuggono dal Cie (Centro di identificazione e di espulsione) di Ponte Galeria, a sud-ovest di Roma. La rivolta è iniziata venerdì 5 luglio, in tarda serata. I migranti hanno sfondato le porte e scavalcato le recinzioni fuggendo nelle campagne cirscostanti. Le ricerche della polizia sono già scattate ed è stata aperta un’inchiesta.

    Roma, fuga di migranti dal Centro di espulsione | il comunicato del Sap e il Cie di Ponte Galeria

    A rendere nota la notizia è il Sindacato autonomo della polizia (Sap) che in un comunicato ha espresso “solidarietà ai colleghi del Reparto mobile e dell’Ufficio immigrazione”. I migranti si lamentavano delle condizioni in cui venivano tenuti nel centro, hanno iniziato a protestare tagliando materassi e sfondando alcune porte. È nel caos della ribellione, di cui restano da accertare le cause, che dodici persone sono riuscite a fuggire.

    La struttura a sud di Roma si trova a due passi dall’aeroporto internazionale di Fiumicino. L’edificio era stato riaperto pochi mesi fa, a maggio, dopo che nel 2015 era stato danneggiato sempre a seguito di una rivolta di alcuni migranti ospitati all’interno del centro. Allora i tentativi di suicidio e autolesionismo dei migranti erano all’ordine del giorno e dopo una visita i Radicali dichiararono che “gli ospiti del centro erano detenuti in condizioni disumane”. Sempre nel 2014 c’erano stati altri episodi di protesta. Scioperi della fame e migranti che per denunciare i tempi di detenzione troppo lunghi si erano letteralmente cuciti la bocca.

    Cosa sono i Cie (Centri di identificazione e di espulsione)

    I Centri di permanenza per il rimpatrio sono strutture di reclusione dove gli stranieri vengono trattenuti in attesa dell’identificazione e dell’espulsione. Furono introdotti in Italia dalla legge Turco-Napolitano del 1998. Con il governo Gentiloni arriva poi  la decisione di costruire un centro di questo tipo per ogni regione in modo da facilitare i rimpatri.

    Qui abbiamo spiegato cosa sono i Centri di espulsione (Cie) e cosa succede ai migranti una volta arrivati in Italia

    Tra le persone in fuga secondo quanto riporta Il Messaggero ci sarebbe anche un soggetto monitorato per “rischio terrorismo” dal Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria. Sulla vicenda si è pronunciato Massimiliano Cancrini, della segreteria provinciale del sindacato di polizia: “Incontrerò il Questore e gli chiederò di separare meglio gli ambienti interni dall’esterno e di rinforzare la struttura”.

     

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