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    Roberto Burioni chiede scusa a Maria Rita Gismondo dopo lo scontro sul coronavirus: “È stata una frase sfortunata”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 26 Feb. 2020 alle 16:02

    Burioni chiede scusa a Maria Rita Gismondo

    “Temo che la signora del Sacco abbia lavorato troppo nelle ultime ore, dovrebbe riposarsi”, erano state queste le parole con cui il professore Roberto Burioni aveva parlato della sua collega virologa Maria Rita Gismondo, che sull’epidemia di coronavirus aveva chiamato alla cautela sottolineando che si stesse scambiando per la peste nera una forma di influenza.

    Burioni non era d’accordo, e aveva attaccato la responsabile di laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano su Twitter. Ora però, dopo aver cancellato il tweet, ha deciso di scusarsi.

    “Mi dispiace per la mia frase in cui ho definito la collega Gismondo ‘signora del Sacco’, è stata una frase sfortunata”, ha detto ai microfoni del programma Circo Massimo di Radio Capital.

    E sull’emergenza di coronavirus ha aggiunto: “La mortalità di questa malattia è dell’1 per cento. Quello che la rende pericolosa per la nostra sanità è il numero di persone che vanno in terapia intensiva. Questo potrebbe aumentare la mortalità per altri casi, come gli infarti”.

    “Il fatto che non ci siano altri focolai diffusi è un dato molto positivo. Credo che sia stata una buona idea chiudere le scuole. I bambini non sono particolarmente in pericolo, però allo stesso tempo se i bambini si ammalano in maniera lieve vanno a scuola e il contagio si diffonde”, ha detto ancora il medico.

    Gismondo, dal canto suo, continua a sostenere che molti stanno sovrastimando la gravità dell’epidemia di coronavirus in Italia.

    “C’è un bombardamento di notizie che fomentano la paura, c’è stato un lavaggio del cervello collettivo, sembra che siamo in guerra ma non siamo in guerra”, ha detto in un’intervista a Repubblica.

     

     

    Intanto sale a 378 persone e 12 morti il l bilancio dell’emergenza nel nostro Paese.

    Nella giornata di ieri, martedì 25 febbraio, si sono registrati i primi casi di contagio in Sicilia, Toscana, Alto-Adige, Liguria e Marche.

    Diversi paesi stranieri hanno adottato restrizioni per i viaggiatori provenienti dall’Italia. Ieri, martedì 25 febbraio, si è acceso anche uno scontro istituzionale tra il premier Conte e i governatori di alcune regioni. Dopo la polemica, poi rientrata, col governatore della Lombardia Fontana, l’attenzione si è spostata sulla Regione Marche, che ha disposto la chiusura delle scuole.

    Il governo ha annunciato di voler impugnare il provvedimento.

     

     

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