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    “Precedenza a chi può sopravvivere”: le regole dell’Iss nelle terapie intensive

    Credit: Ansa foto
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 22 Nov. 2020 alle 13:25 Aggiornato il 22 Nov. 2020 alle 14:42

    L’Istituto superiore di sanità ha elaborato un protocollo per i medici, in particolare per gli anestesisti, da applicare nel caso in cui dovessero trovarsi a scegliere chi ricoverare prima in terapia intensiva. Queste misure, ricorda l’Iss, vanno applicate solo ed esclusivamente in situazioni di estrema gravità.

    Precedenza a chi può sopravvivere: questa la regola madre; l’età non è l’unico criterio. Attualmente i criteri all’esame dell’Istituto di sanità sono 12, comprese tutte le possibili condizioni da seguire prima di arrivare alla scelta. Al paziente, si legge ancora, vanno comunque garantiti i suoi diritti e assicurato che sarà preso in carico con “gli strumenti possibili”. Il titolo del documento è Decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia da Covid-19.

    Attualmente il documento prodotto dalla Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) e dalla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (SIMLA) e pubblicato nella sezione Buone pratiche di SNLG per la estrema rilevanza e l’attualità dell’argomento è in fase di consultazione pubblica.

    “La deontologia medica – scrive nell’introduzione nella nota introduttiva Carlo M. Petrini, direttore dell’Unità di Bioetica e presidente del Comitato etico dell’Iss – pone al centro la persona malata che il medico deve curare, privilegiando il criterio terapeutico. Esso prende in considerazione anche l’urgenza e la possibilità di riuscita. L’etica centrata sulla persona non trascura la dimensione sociale: in particolare, promuove l’equità, al fine che ogni paziente abbia uguali possibilità di accesso. L’etica centrata sulla persona, però, rifiuta di anteporre l’utilità sociale al bene della persona”.

    Il documento si basa sui principi etici e giuridici del diritto alla salute, di uguaglianza e pari dignità sociale, di solidarietà, universalità ed equità, di autodeterminazione. E indica gli elementi per la valutazione clinica della probabilità di successo del trattamento intensivo. Il documento – si ricorda – fa seguito alle ‘Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione’ pubblicate dalla Siaarti il 6 marzo 2020, ed è frutto di una riflessione allargata ad altre componenti (giuridiche, medico-legali), nonché di una rivisitazione critica delle esperienze maturate sul campo durante la prima ondata della pandemia a livello italiano e internazionale, oltre che delle riflessioni deontologiche, etiche e bioetiche suscitate dalla pandemia.

    Regole che possono apparire terribili, ma che risultano necessarie nelle situazioni di estrema necessità. Va anche detto che in questo contesto verranno coinvolti nella scelta anche i pazienti. Alcuni potrebbero anche non desiderare di essere sottoposti a cure intensive. In ogni caso dovrebbero essere rispettate le volontà nel caso il paziente abbia lasciato uno scritto o, in quel momento, informi il medico che lo sta assistendo.

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