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    Il Reddito di cittadinanza toglie “picciotti” a Cosa Nostra. E i nemici dei poveri vanno in tilt

    "E con questa minchia di reddito di cittadinanza peggio è!", dice un boss che non trova manodopera per lo spaccio di droga. Ma gli oppositori del Rdc trovano comunque il modo di prendersela col Rdc

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 16 Lug. 2022 alle 07:05

    «E con questa minchia di reddito di cittadinanza peggio è! Quello già dice “Io ho 1.200 euro al mese, che minchia vengo a fare?”». Palermo: Giuseppe Incontrera, capo clan di Cosa Nostra, sta parlando con Andrea Damiano, con cui gestisce lo spaccio di droga nella zona di Porta Nuova. Il boss si lamenta perché, per colpa del sussidio ai poveri versato dallo Stato, non trova «picciuoteddi» da reclutare per lo smercio illegale. La conversazione risale a inizio 2020 ed emerge da un’intercettazione della Dda del capoluogo siciliano nell’ambito dell’operazione “Vento”: 18 arresti nei giorni scorsi per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, estorsione e rapina. Incontrera, l’uomo che parla, farà una brutta fine: il 30 giugno scorso è stato ucciso in un agguato da tre colpi di pistola. Ora, al di là dell’inverosimiglianza della cifra menzionata a proposito del reddito di cittadinanza – 1.200 euro al mese, quando l’importo medio è 553 euro – la notizia che l’assegno pubblico possa costituire un disincentivo a delinquere ha mandato in crisi di nervi i grandi nemici del Rdc.

    Quelli secondo cui le poche centinaia di euro del sussidio spingono i percettori a restare tutto il giorno sul divano rifiutando le innumerevoli offerte di lavoro che ricevono. Che poi, i nemici del reddito di cittadinanza sono gli stessi che puntualmente si dimenticano di dire qualcosa sul fatto che siamo il Paese dove si pagano i salari più bassi d’Europa e dove un quinto degli occupati è precario. Su Repubblica, ad esempio, la notizia dell’intercettazione arrivata da Palermo è stata commentata così, un po’ a denti stretti: «Ai picciotti basta un sussidio e loro rinunciano a spacciare droga, a minacciare i commercianti, a rubare su commissione. Da questo punto di vista il reddito di cittadinanza ha funzionato. Ma ora bisognerebbe convincere i criminali mancati a cercare un lavoro onesto. Di offerte se ne trovano. Solo che, appunto, c’è da lavorare». Come se incassare l’assegno di povertà fosse qualcosa ai limiti della disonestà.

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