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    Il primo “ergastolo della patente” in Italia: la “sentenza storica”

    Credit: Ansa
    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 10 Ott. 2019 alle 12:30

    Il primo ergastolo della patente in Italia

    L’”ergastolo della patente è una sentenza storica”, ha dichiarato Domenico Musicco, presidente dell’Associazione vittime incidenti stradali e avvocato dei familiari di Nicolò Luckenbach, giovane videomaker milanese di 32 anni, morto nell’incidente provocato da un maresciallo dei carabinieri il 18 dicembre del 2017.

    Il procedimento a carico dell’uomo dell’Arma si è chiuso con un patteggiamento a un anno e sei mesi di carcere con la condizionale per omicidio stradale e con la revoca a vita della patente.

    Dalle indagini del pm Mauro Clerici è emerso che l’indagato, 55 anni, si trovava alla guida di una “autovettura di servizio” del ministero dell’Interno, stava percorrendo viale Tibaldi a Milano e ha effettuato una svolta a sinistra in un tratto in cui è obbligatorio proseguire diritto.

    La manovra ha obbligato il giovane Nicolò Luckenbach, che viaggiava in moto in senso opposto, a frenare bruscamente. Il ragazzo ha perso il controllo del mezzo ed è caduto a terra. È morto in ospedale per le lesioni subite.

    Per l’avvocato Musicco, il procedimento che si è concluso oggi “è un caso che fa scuola e che se non altro fa giustizia, anche se i suoi cari non potranno mai più riabbracciare Nicolò”.

    Il maresciallo dei carabinieri fu inizialmente accusato di omicidio colposo ma, davanti al Gup, più avanti il pubblico ministero riformulò l’imputazione in omicidio stradale ai sensi della legge entrata in vigore nella primavera del 2016.

    Legge che prevede, in caso di morte provocata da alcuni pericolosi comportamenti alla guida, la reclusione da 5 a 10 anni e la revoca della patente per 10 anni, pene che nei casi più gravi, per esempio di omicidio provocato in stato di ubriachezza o sotto l’effetto di droghe con l’aggravante della fuga, possono arrivare a 12 anni di carcere e 30 anni di revoca.

    Il processo al maresciallo dei carabinieri si è chiuso con il patteggiamento con la condanna a un anno e sei mesi di carcere e la misura accessoria della revoca della patente.

    Su Quattroruote.it, però, si contesta la definizione “ergastolo della patente”. Il sito online specializzato in motori sostiene “il fatto che il giudice nella sua sentenza non abbia quantificato la durata della revoca della patente non implica che tale provvedimento sia a vita”.

    “La legge 41/2016 sull’omicidio stradale – si legge – prevede 10 anni di revoca per la fattispecie di reato per il quale è stato condannato il maresciallo dei carabinieri”.

    “Il codice della strada, modificato dalla legge 41, afferma (articolo 222) che “l’interessato non può conseguire una nuova patente prima che siano decorsi dieci anni dalla revoca”.

    E continua: “Ammesso che la sentenza non sia riformata in seguito a un ricorso in Cassazione, il maresciallo potrà, se lo vorrà, prendere nuovamente la patente nel 2029. Ammesso, naturalmente, che superi gli esami”.

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