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    “Perugia è la nuova Codogno, lockdown totale in Umbria per fermare le varianti”

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 13 Feb. 2021 alle 09:39 Aggiornato il 13 Feb. 2021 alle 09:47

    In Umbria “vedo una situazione pericolosa, perché ogni giorno aumenta il carico sui servizi sanitari e ritrovarci oggi come Codogno un anno fa non è bello”. Così in un’intervista al Messaggero, l’epidemiologo Fabrizio Stracci, professore associato di Igiene generale e applicata dell’Università degli studi di Perugia, torna ad evocare il blocco totale per l’Umbria e almeno per le province limitrofe, “l’unico modo per evitare l’avanzata, trainata dalle varianti, quella inglese e brasiliana.

    “Mi chiamano mister lockdown, ma non è che abbia questa passione. Penso però sia più produttivo introdurre un periodo di blocco centrato per poi ritrovarsi più liberi dal virus e dalle sue conseguenze, che vivere limitazioni frammentate: l’obiettivo dev’essere eliminare il virus dai territori”.

    “Ci hanno detto che a gennaio in Umbria sarebbero arrivati fiumi di dosi tutte insieme, una cosa irrealistica”. “Dopo le festività – aggiunge – ci aspettavamo una risalita dei contagi ma dai Comuni ci dicevano che si trattava di cluster familiari e questo era plausibile, potendo le persone incontrarsi, anche se questo non giustificava i focolai sanitari. Poi, ci ha insospettito l’elevata incidenza sui giovani i cui contagi, a scuole semi-chiuse o chiuse, schizzavano più rispetto agli adulti. Fossero state infezioni familiari avrebbero colpito allo stesso modo, invece queste caratteristiche si sono rivelate quelle di un virus che si diffonde di più”.

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