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    Operazione antimafia: 91 arresti. C’è anche ex concorrente Grande Fratello: “Era prestanome dei boss”

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 12 Mag. 2020 alle 08:57

    Operazione antimafia: 91 arresti. C’è anche ex concorrente Grande Fratello: “Era prestanome dei boss”

    Ha portato a 91 arresti e numerosi sequestri per un valore di circa 15 milioni di euro l’operazione antimafia “Mani in pasta” scattata questa mattina tra Palermo e Milano. Al centro delle indagini della procura della Repubblica, coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise e Dario Scaletta, gli affari di boss e gregari del quartiere Arenella di Palermo (che ricade nel mandamento dell’Acquasanta), a partire dal reggente Gaetano Fontana, figlio del boss deceduto Stefano, ai fratelli Giovanni e Angelo che secondo gli inquirenti hanno investito i proventi delle attività illecite a Milano. Dalle indagini viene fuori uno spaccato fatto di pizzo, scommesse e droga, che producevano soldi da reinvestire in attività commerciali di ogni genere.

    L’ingente patrimonio sequestrato – del valore di circa 15 milioni di euro – comprende bar, la gestione delle forniture di caffé, imprese di imballaggi e manutenzioni nautiche, centri scommesse, negozi di frutta verdura e una fabbrica di ghiaccio. Ai domiciliari è finito anche l’ex broker Daniele Santoianni, ex concorrente del Grande fratello e prestanome – secondo chi indaga – di una società di commercializzazione del caffè, crocevia importante, per i pm, nella rotta sud-nord per ripulire il denaro dei capimafia. A dare esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare e sequestro preventivo, emesse dal gip di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, sono stati i militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, con il supporto del Comando Provinciale di Palermo e di altri Reparti sul territorio nazionale.

    In carcere è finita anche la madre dei fratelli Fontana, Angela Teresi, accusata di mafia perché avrebbe gestito la cassa del mandamento mentre i figli ricoprono ruoli direttivi nella famiglia mafiosa. Per oltre due anni i finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria, guidato dal colonello Saverio Angiulli, hanno lavorato sui Fontana, ricostruendo – coordinati dai pm palermitani – il giro di affari e le modalità. Il gip Pergiorgio Morosini ha disposto la custodia cautelare in carcere – ma non per mafia – anche Michela Radogna, compagna di Gaetano Fontana, per gli uomini che facevano parte della sua cerchia ristretta e fidata e per quelli che si occupavano del pizzo, della droga e della gestione delle scommesse.

    Per gli inquirenti quanto emerso dimostra la capacità delle cosche di infiltrarsi nell’economia legale e del rischio che in una fase di crisi, alimentata anche dall’emergenza dettata dal Covid-19, ciò possa essere ancora più invadente. “I clan sono pronti ad approfittare della situazione attuale, sono sempre pronti a dare la caccia ad aziende in stato di necessità”, sottolinea il gip, Piergiorgio Morosini. “Con la crisi di liquidità di cui soffrono imprenditori e commercianti, i componenti dell’organizzazione mafiosa potrebbero intervenire dando fondo ai loro capitali illecitamente accumulati per praticare l’usura e per poi rilevare beni e aziende con manovre estorsive, in tal modo ulteriormente alterando la libera concorrenza”.

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