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    Omicidio Sacchi, anche Luca usava l’app per i messaggi criptati. L’amico: “Quella sera mi ha mandato un sms su Signal alle 22.30”

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 4 Dic. 2019 alle 08:57 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:20

    Omicidio Sacchi, anche Luca usava l’app per i messaggi criptati. L’amico: “Quella sera mi ha mandato un sms su Signal alle 22.30”

    Luca Sacchi, esattamente come la fidanzata Anastasiya Kylemnyk, utilizzava Signal, un sistema di messaggistica criptato per cellulari. Lo rivela la procura di Roma a seguito della testimonianza di Domenico Costanzo Munoz, amico del personal trainer ucciso la sera del 23 ottobre a Roma davanti a un pub del quartiere Appio Latino, il quale ha affermato di aver ricevuto un messaggio tramite Signal da Luca proprio la sera dell’omicidio.

    “Alle ore 22,30 del 23 ottobre – ha infatti spiegato Munoz – ho ricevuto sul mio telefonino cellulare, tramite applicazione Signal, un messaggio da parte di Luca, il quale mi comunicava che era in compagnia della sua fidanzata Anastasia e che mi invitava a raggiungerlo per bere una birra al pub di via Bartoloni”. Il ragazzo, interrogato dagli inquirenti, ha raccontato anche che Luca era tranquillo e non ha mai, almeno con lui, fatto riferimento a minacce ricevute da terze persone o a liti e tensioni sorte con la sua fidanzata, la babysitter 25enne che nella giornata di oggi, mercoledì 4 dicembre, verrà ascoltata da gip e pm dopo che ieri sono stati ascoltati Valerio Del Grosso, Paolo Pirino, Giovanni Princi e Marcello De Propris.

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    Tutti, eccetto il primo, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere; Del Grosso, che già nel primo pomeriggio di ieri aveva dichiarato di voler raccontare la dinamica dei fatti, alla fine ha rilasciato un’unica dichiarazione, sostenendo di non essere stato intenzionato, quella tragica sera, a “uccidere nessuno”. “Era la prima volta che prendevo un’arma in mano”, ha spiegato il 21enne romano esecutore materiale del delitto.

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    “Luca mi ha sempre detto che andava tutto bene e che l’unica cosa a cui mirava era di organizzare una gara in moto su pista. L’ultima volta che l’ho visto – ha fatto mettere a verbale sempre l’amico della vittima Domenico Munoz – è stata una settimana prima dei fatti nella palestra che frequentiamo. Non mi ha raccontato di alcun problema e non mi è sembrato affatto preoccupato. Non mi risulta che Luca facesse uso di sostanze stupefacenti né che frequentasse persone poco raccomandabili”.

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