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    No vax, no Zan, no aborto: la messa è servita

    Dopo l’inchiesta di TPI sulla rete dei cattolici No-Vax, la comunità tradizionalista della Chiesa continua a dare il meglio di sé

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 12 Nov. 2021 alle 10:41 Aggiornato il 12 Nov. 2021 alle 10:59

    Dopo l’inchiesta di TPI sulla rete dei cattolici No-Vax, realizzata da Giulia Cerino e Laura Maragnani e pubblicato sullo scorso numero, la comunità tradizionalista della Chiesa continua a dare il meglio di sé: in primis, non rispondendo sui fatti gravi che riguardano Monsignor Viganò e quelle sue pericolose dichiarazioni che cavalcano l’integralismo religioso per invitare i fedeli a non vaccinarsi.

    E poi perché i valori a cui quella rete fa riferimento riservano ogni giorno nuove chicche “proibizioniste”, per così dire: l’ultima in ordine cronologico riguarda i diritti civili, altro tassello che insieme al più recente vaccino (da alcuni definito “il nuovo aborto”) si aggiunge alla fila di princìpi che questi signori – cattolici e non, credenti o miscredenti – individuano come bersaglio per le loro battaglie. Così, dalla propaganda anti-siero alla gioia per il fallimento sul voto per il ddl Zan contro l’omotransfobia, è un attimo.

    Di che parliamo? Nel piccolo comune di San Zenone degli Ezzelini, in provincia di Treviso, don Antonio ha organizzato per il 10 novembre una “messa di ringraziamento per il blocco del Ddl Zan e preghiera” presso la Parrocchia di San Zenone Vescovo e Martire. Il sindaco della cittadina Fabio Marin, che è omosessuale, ha più volte raccontato di aver subìto bullismo e angherie.

    Contattato da TPI, ha spiegato di aver parlato con il parroco invitandolo a desistere da quella messa. «Sono certo che non è stata una sua iniziativa personale, ma incentivata da persone che lo circondano», ha aggiunto, parlando esplicitamente di «fondamentalismo cattolico» come un fenomeno che «esiste e fa male alla società».

    L’episodio di San Zenone degli Ezzelini, di per sé riconducibile a mera cronaca e apparentemente insignificante, non lo è più se inserito in un contesto più ampio, proprio come quello messo a fuoco dall’inchiesta di TPI sui “No Vax di Dio”. Quel servizio è stato affiancato anche da un prezioso contributo video, che abbiamo pubblicato sul nostro sito e che è stato trasmesso martedì 9 novembre in prima serata su Rai3 a CartaBianca, trasmissione di Bianca Berlinguer. Il fatto è che quelli di cui parla il sindaco Marin sono gli stessi che sostengono che «il vaccino anti-Covid va contro la morale perché è un farmaco che è stato prodotto e testato su cellule che hanno avuto a che fare con feti abortiti nel Novecento».

    Una falsità smentita dalla scienza, ma che si lega a un altro tema molto caro ai movimenti pro-vita cattolici: quello dell’aborto. Sul punto la posizione di papa Francesco è netta (come del resto lo è sul vaccino, ma in senso opposto): «L’aborto è un omicidio», è «come affittare un sicario per risolvere un problema» e «non è lecito diventarne complici». In questo caso, tuttavia, l’aborto viene usato in maniera anti-scientifica per dare spazio a una teoria infondata, che trova eco nelle comunità che il sindaco Marin definisce “fondamentaliste”. E il fondamentalismo non ha nulla a che fare con la religione.

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