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    No Green pass: licenziato il portuale Stefano Puzzer, leader delle proteste a Trieste. “Mi batterò con tutte le mie forze”

    Credit: ANSA/TINO ROMANO
    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 16 Apr. 2022 alle 19:54 Aggiornato il 16 Apr. 2022 alle 22:39

    No Green pass: licenziato il portuale Stefano Puzzer, leader delle proteste a Trieste. “Mi batterò con tutte le mie forze”

    Stefano Puzzer, il leader delle proteste contro il green pass al porto di Trieste, è stato licenziato dall’Agenzia per il lavoro portuale, per “giusta causa”. Lo ha reso noto lo stesso Puzzer in un video postato in Facebook annunciando che si “batterà con tutte le forze contro la decisione dell’azienda”.

    “Il licenziamento del lavoratore nulla ha a che vedere con vicende politiche sulle quali il lavoratore fa leva”, ha risposto l’Agenzia per il lavoro portuale del porto di Trieste (Alpt), tramite il presidente Franco Mariani, che ha detto di provare comunque “affetto” per Puzzer. “Quando mi ha chiesto aiuto personale, economico, mi ha trovato disponibile”, ha affermato. “La vicenda è legata strettamente al rapporto del lavoratore con la sua Agenzia, che deve essere improntato alla lealtà e al rispetto delle normative sanitarie e contrattuali, senza creare nocumento agli altri lavoratori portuali in termini di immagine e di concreta partecipazione alla attività lavorativa”, la spiegazione affidata da Mariani a una nota. “Ambizioni politiche,  personali del tutto legittime di qualcuno non possono colpire, indebolire i lavoratori [a chiamata] del porto e il porto di Trieste”.

    “Questa è una conseguenza del fatto che siamo puri, che crediamo nei nostri diritti e non ci piegheremo mai a questo sistema marcio. Non siamo ricattabili”, ha invece detto Puzzer, che promesso di battersi contro la decisione “con tutte le mie forze”. “Non possono permettersi di portarmi via la casa”, ha aggiunto. “La gente come noi non molla mai, ne vedremo delle belle. Voglio bene anche a voi che mi avete licenziato”.

    Nel video di circa dodici minuti, Puzzer ha puntato il dito contro i “delatori” e contro un “sistema” che gli ha installato “un Gps sotto la macchina pensando chissà di riuscire a scoprire cosa”. Tra le altre gravi accuse rivolte dall’ex portavoce del Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste (Clpt), quella  di “manomessione” della sua auto e di inquinamento delle urine “con la cocaina”.”C’è stato un processo è tutto documentato, si trova tutto su Google”, ha detto Puzzer. “Il mio lavoro è più di un lavoro, è appartenenza e prima o poi tornerò a fare il lavoratore portuale”.

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