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    Migranti, il mercantile dirottato è arrivato al porto di Malta: 5 arresti

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 28 Mar. 2019 alle 11:10 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:41

    Il mercantile dirottato nella mattina del 27 marzo dai migranti è arrivato nel porto di Malta  intorno alle 8.30: poche ore prima le navi militari de La Valletta avevano preso il controllo dell’imbarcazione.

    Alle 9.30 sono poi iniziate le operazioni di sbarco: il primo a lasciare la nave è stato un bimbo di pochissimi mesi in braccio ad una donna, mentre alti tre uomini sono stati portati via con i polsi legati da fascette di plastica.

    La polizia di Malta ha fatto sapere di aver arrestato 5 persone considerate responsabili del dirottamento, secondo quanto riportato dal Times of Malta.

    Nel corso della mattina, in un comunicato rilasciato dalla Marina maltese si leggeva che i militari erano riusciti a mettersi in contatto con il capitano del mercantile, che aveva confermato di non avere più il controllo dell’imbarcazione.

    I militari sono intervenuti per bloccare il mercantile e lo hanno scortando nel porto maltese di Boiler Wharf.

    I migranti, 108 in totale, sono stati soccorsi mentre erano in zona SAR libica, ma quando si sono resi conto che l’equipaggio li stava riportando in Libia hanno costretto il capitano a cambiare rotta.

    Il tutto è accaduto quando il mercantile El Hiblu era a sole sei miglia nautiche dalle coste libiche.

    La nave  batte bandiera della Repubblica di Palau (nell’oceano pacifico), l’equipaggio è formato da soli sei uomini e per diverse ora non si sono avute più notizie su quanto accadeva a bordo.

    Nelle prime ore del 28 marzo il mercantile aveva raggiunto le acque maltesi.

    “L’Italia la vedrete solo con il cannocchiale. Non azzardatevi ad avvicinarvi”, era stato il commento del ministro Salvini, che per primo il 27 marzo ha dato la notizia del mercantile. Il leader della Lega temeva che Malta avrebbe permesso all’imbarcazione di dirigersi verso Lampedusa.

    “Non siamo più ai soccorsi, sarebbe il primo atto di pirateria in alto mare. Sappiano che l’Italia la vedranno con il cannocchiale”.

    Intanto la Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye è tornata in mare per cercare il gommone con 41 persone a bordo e di cui non si hanno più informazioni da diversi giorni.

    La Ong ha anche fatto sapere che altre tre imbarcazioni cariche di migranti sono state intercettate dai libici, che un’altra è stata ritrovata vuoto a venti miglia dalla costa e che un quinto gommone segnalato non è stato ancora ritrovato.

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